BfkcYl8IIAA5eAKLa prima assemblea nella Casa è stata davvero entusiasmante: ancora tante donne impavide hanno sfidato pioggia, freddo, pozzanghere e sono arrivate nella grande palestra che avevamo ben attrezzato, anche se ancora pioveva e se ancora tanti ombrelli e scarpe gocciolavano…

Però, nell’organizzare l’assemblea, il Direttivo che “tutto vede e prevede”, da tempo si era imbattuto in una questione ontica, nonché ontologica, di quelle difficili da risolvere, cui ha dedicato non poco fervore intellettuale ed energie. Una domanda radicale ha aleggiato per la stanzetta dove si riunisce ogni lunedì: se arrivano tante donne, come si spera, DOVE le facciamo sedere? Dove troviamo le SEDIE?

La sedia è un oggetto materiale, relativo all’ente quindi ontico…concetto che è strettamente accoppiato all’ontologico, alla forma che l’essere assume nelle sue determinazioni concrete, al suo realizzarsi come possibilità e potenza. E la domanda si é fatta per tutte davvero filosofica:

Come è possibile, l’essere, il darsi, il realizzarsi di una Casa delle Donne senza sedie?

Non è che non ne abbiamo proprio. Ma, se hai una Casa grande che può ospitare tante donne, di sedie ne servirebbero un bel po’. E poi, nel caso di un’assemblea, si immagina che stiano comodamente a sedere su una sedia. Perché mica abbiamo convocato le nostre socie ad un comizio!

Di sedie ne abbiamo circa una trentina, rimediate qua e là e soprattutto regalataci dal Cicip&Ciciap : belle alcune, brutte altre, mezze scolorite, poche uguali.

Quelle che ci mancano dove le prendiamo? Si è chiesto il Direttivo. E nell’organizzazione di questa assemblea le mail con oggetto “sedie” l’ hanno fatto da padrona.

Ce le presta il Comune? No. Ce le potrebbe dare la Libera Università delle Donne? Vediamo. Contatti, mail, e poi molto bene: ce ne darà una trentina. Ma chi le va a prendere? Una di noi si offre con l’aiuto del marito. Altre mail. Ma ci bastano? Le chiediamo allora al Cam (centro aggregazione multifunzionale) “Garibaldi”. Chi le va a prendere? un’altra di noi si offre e ci va con suo figlio.

Ma ci bastano? Le potremmo chiedere alla Casa delle Associazioni e del Volontariato che sta sopra di noi, al primo piano. Bene. Allora mail più formale. Mail a tutte le ore, contatti, telefonate tra noi. Alla fine abbiamo portato a Casa parecchie sedie.

Che all’assemblea non sono bastate.

Siamo arrivate con due sacchi di cuscini.

Le giovani si alzino e facciano sedere le più anziane sulle sedie che se le mettiamo a terra sul cuscino poi, con ginocchia artrosiche e schiene con sciatica, chi le tira su in piedi? Le giovani si sono alzate.

Ma nemmeno i cuscini sono stati sufficienti così che molte sono state in piedi appoggiate al muro o al quadro svedese in dotazione alla palestra.

Una bella assemblea è stata: tempi rispettati e tante proposte da parte delle socie. Che alla fine hanno preso su la loro sedia e l’ hanno riportata al piano terra. O anche al primo piano alla Casa delle Associazioni e del Volontariato.

Le sedie avute in prestito, ovviamente, le abbiamo restituite.

Le socie hanno detto: che bella questa Casa delle Donne! Però che fatica, che impegno, quanto tempo…per le sedie…e quante energie per farla “essere” una Casa!

Allora chiediamo a tutte, chi è venuta lunedì o a chi non è potuta venire: ci aiutate a risolvere questo problema ontico- ontologico che ci attanaglia?

Vi scriviamo l’Iban: IT57E0501801600000000156193