Carugate, un giorno molto piovoso.

La mia amica con il furgone è allettata da un’influenza di quelle che ti prendono tutto. Non guido quasi mai, chi sa se riuscirò a galleggiare nelle enormi pozzanghere, se riuscirò ad abbassare i sedili della macchina di mio marito per far entrare i materiali ?  Come farò a scaricare? Non possiamo spostare gli acquisti, domattina bisogna montare l’impianto elettrico nel bagno e serve tutto. Maddalena, la nostra architetta e capocantiere ha ricavato un un’acrobazia tre ore tra i suoi impegni, si può solo adesso, bisogna andare.

Eccoci nel megacentro-dove-c’è-tutto, con un megacarrello che per prenderlo devi lasciare i documenti. Abbiamo già fretta, la signorina dà retta a un altro cliente, non si sbriga. Eccoci dentro, due uniche donne nella zona muratori. Per prima cosa il trabattello! Soppesiamo costi, ingombro e funzionalità. Quello super costa troppo ed è troppo grande per l’auto. Il più giusto per noi per combinazione è anche l’unico colorato, aggiudicato per 100 euro.

Poi cominciamo con gli attrezzi e i materiali. Set di pennelli, spatole, stucco per legno e muro, secchi per la vernice, rullo e bastone allungabile, griglietta. Le vernici le prenderà il gruppo colore, non ci pensiamo. Millechiodi per attaccare i profilini di legno alle piatrelle. Teli di protezione.

trabattello

Che bello mettere su casa!

Set di cacciaviti, raschietti, pinze, tenaglie martelli. Scotch leggero, scotch pesante. Sparapunti. Minifrattazzo e minicazzuola. Ed eccoci nel punto dei trapani. Il commesso non c’è. Cerchiamo di valutare i trapani. Due avventori, uomini tra i 50 e 60 ci chiedono se vogliamo una cosa industriale o per una casa. E’ per una casa, la Casa delle Donne! Perché alcuni costano di più o di meno? Dobbiamo ragionare al netto della pubblicità dei marchi e del design, per andare su funzionalità e durata. Ci orientiamo e, catturato finalmente il commesso, scegliamo un buon trapano senza design né pubblicità. Scegliamo le punte. Poi l’avvitatore, che ha la specialità di piegarsi ad angolo nei punti difficili, che ha la sua scatola con tutte le punte possibili. Il seghetto con il suo set di seghine.

Un primo gruppo di chiodini. Chiodi da  legno, chiodi da muro. Due vasche da muratore. Carta vetrata. Le viti solo l’essenziale, vedremo. La livella, la squadra, la bindella, la più economica. La cassetta degli attrezzi non è più quella di una volta: è un trolley con due scomparti, per spostare tutto senza sollevare i pesi, aggiudicato! I profilini coprifilo ce li facciamo segare. Sapete, stiamo aprendo la Casa delle Donne!

Alla cassa due uomini in coda ci guardano accumulare la montagna di fronte alla giovane cassiera. Dizione e fattura: CASA DELLE DONNE, via Marsala 8, Milano. Sapete, stiamo mettendo su casa, la casa delle donne! E così giovedì mattina c’è tutto, e anche l’elettricista con le sue attrezzature tecniche. Inventariamo tutto con l’etichetta “Casa delle donne”. Tutto funziona. Impariamo gesti nuovi per alcune: trapanare il muro, legare fili elettrici, fissare scatolette, segare i profilini a misura. E anche il trabattello viene inaugurato.

trapano

Da Copenhagen al Mar Egeo

Blu Copenaghen” era il punto di colore scelto dalle esperte del colore per dipingere il tubo della fognatura che decora la parte alta del bagno. Chi sa perché si chiama Copenhagen? Forse perché richiama i cieli e i mari del nord? Forse per le tinte di Rembrandt? Fatto sta che non appena aperto e messo del barattolo le responsabili della pittura osservano che si è trasformato in un blu piuttosto diverso. Arrampicate sulla scala altissima, Carola e Andrea hanno dipinto acrobaticamente tutto il tubo della fognatura. E alla fine, era chiaro che si trattava di un altro blu, non si sa se ci sia stato messo poco bianco, o come mai, forse trattavasi di magia. Alla fine, era chiaramente un blu mediterraneo. Il blu delle casette, il blu ellenico. Perciò è stato ribattezzato blu Mikonos. Peccato, anzi, fa niente. Sta bene anche così!

scala

Margherita