Cecilia-casa-donneDescrivere un’esperienza di cinque mesi in poche righe è un’impresa assai ardua.

Mi chiamo Cecilia e sono l’artista terapista che ha seguito e condotto l’esperienza del gruppo Opera!-Fare arte condivisa presso la Casa delle Donne. Avendola vissuta sin dall’inizio, grazie alla preziosa collaborazione sia della professoressa Tiziana Tacconi di Brera sia di Annalisa Angeletti, per me è stato molto fluido approdare in questa realtà milanese aperta e creativa e poter vivere questa esperienza a pieno.  In questo articolo non vi parlerò delle donne del Senegal, per cui il progetto è nato ma di quelle italiane che hanno dato vita insieme a me a quest’opera di vita.

Noi dell’Accademia siamo entrate in punta di piedi nella Casa; abbiamo disposto i tavoli nel corridoio perché ci sembrava che fosse più idoneo all’attività: un luogo di passaggio, un luogo per fermarsi ma per essere in relazione tra il dentro e il fuori delle  stanze. Abbiamo portato stoffe e filati con l’idea nel cuore di coinvolgere più socie  possibile nella realizzazione di queste collane.

Il nostro laboratorio itinerante ha visto l’avvicinarsi di volti un po’ timorosi all’inizio e sempre più entusiasti alla fine. Oltre alle socie della Casa delle donne hanno partecipato le detenute del carcere di San Vittore, le donne della Casa dell’Accoglienza “Enzo Jannaci”  di viale Ortles , donne extracomunitarie che venivano dopo la lezione di italiano. Donne che passavano lì per caso e che invece ci avevano visto sul sito. Donne di  mille provenienze e mille colori, tutte con un solo obiettivo: fare insieme, immergersi nel colore.

Il nostro intento è stato, non solo quello  “artigianale” di costruire delle collane bensì più profondo: volevamo lavorare con le donne per le donne. Cucire insieme, imparare ognuna dall’altra, scambiarci suggestioni su colori, forme, attraverso una comunicazione che si basa sul fare e non sul dire. L’idea era quella di costruire ognuna la propria collana per onorare la propria bellezza.

Sedersi sulle sedie , scegliere la stoffa e cominciare a cucire era quasi un rito che si ripeteva ogni settimana, uno spazio leggero e coinvolgente che via via si faceva sempre più intenso man mano che le collane venivano create, indossate e vissute.

Da Artista terapista credo fermamente nella potenza della condivisione tra donne, nella creazione di valore che passa attraverso la trasmissione di antichi saperi pratici ma anche di istintività che nasce dal proprio sé: «Io lo farei cosi e tu?».

Ogni collana rappresenta un’opera che nasce dal dialogo tra la persona che l’ha creata e la materia, in questo caso la stoffa. Ogni collana porta con sé una potenzialità che è propria di chi l’ha composta. L’artista terapista è la figura che silenziosamente aiuta e conduce la persona nella creazione di un’opera propria, personale, curativa.

La terapeutica artistica è un metodo che porta le persone a prendersi cura di sé attraverso il fare artistico, metabolizzando le proprie emozioni, dando loro un nome e un colore e in questa esperienza di colori ce ne sono molti.

Il mio più sentito ringraziamento va al consiglio direttivo che ha approvato l’ingresso di questo gruppo nella Casa, ad Annalisa Angeletti per la sua passione, ad Alina per la sua presenza forte e delicata, a Elena per la sua simpatia e non ultimo alle professoresse Tiziana Tacconi  e Daniela Zarro per i loro insegnamenti.

Preziosa è stata la presenza delle ragazze del primo anno del corso specialistico in Teoria e pratica della terapeutica artistica tra cui: Sara, Camilla, Samantha, Laura, Rita, Teresa , Lelle, Chiara e molte altre che hanno preso l’appuntamento del mercoledi dalle 17 come una tappa fissa nel loro pellegrinare milanese.

Un sorriso speciale va alle socie della Casa che hanno partecipato con entusiasmo e a tutte quelle che hanno donato stoffe, fili e materiali vari.

Confidando che questo sia il primo di tanti progetti per il gruppo Opera! Vi aspettiamo all’inaugurazione della mostra venerdi 10 aprile dalle 17 alle 19 per poter finalmente catturare la vostra stella e portarla nel vostro cuore onorando la vostra bellezza.
Cecilia Marchetti

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