Questionario sulla mobilità delle donne

Nadia e Vittoria hanno preparato insieme una prima bozza di questionario sulla mobilità delle donne, a partire dalla traccia di Carta europea che è in gestazione. Poi, riunione dopo riunione, uno strato dopo l’altro, un apporto dopo l’alto, il questionario diventa sempre più partecipato e sempre più ampio e completo. Ognuna contribuisce con le proprie competenze e le proprie esperienze, e questo metodo rispecchia alla perfezione lo spirito del nostro gruppo che cresce e si arricchisce nel confronto e nello scambio. Si rivela prezioso, in particolare, l’apporto di alcune architette che fanno parte del nostro gruppo, esperte di urbanistica.

Naturalmente non è facile destreggiarsi con uno strumento sempre un po’ rigido com’è un questionario, tenuto conto che non siamo sociologhe e che non dobbiamo puntare a un lavoro scientifico o statistico, ma solo a un “giro d’orizzonte” significativo, anche se parziale, del punto di vista di alcune donne sulla mobilità – intesa come un importante tassello della qualità della nostra vita in città. Questa indagine, insieme all’altra sul Gruppo di acquisto solidale, corrisponde a un primo “report” di osservazione sulla città al femminile e sulle trasformazioni possibili, un tassello di un contesto più ampio che ha al centro le pratiche di democrazia partecipata e la qualità della vita in una metropoli come Milano, dal punto di vista di genere. In altre parole, il desiderio e la capacità delle donne di riappropriarsi del territorio per sperimentare altri stili di vita e nuove modalità di aggregazione e socializzazione.

C’è il pericolo che il questionario – molto ben costruito e completo – sia però troppo schiacciato sullo status quo e sulla percezione della mobilità come questione di sicurezza, rinunciando a far emergere la parte “creativa” e le eventuali domande di cambiamenti molto radicali, se non persino utopistici. Insomma, questo è il presente ma noi dobbiamo pensare al cambiamento e al futuro.
In ogni caso dobbiamo fare molta attenzione al campione, visto che la tipologia delle socie della Casa è piuttosto omogenea; pensiamo allora di dare più spazio a domande su questioni di fondo come la riduzione della velocità. In effetti la lentezza rimanda a scelte che riguardano gli stili di vita. Sarebbe comunque interessante sviluppare anche la parte delle utopie, perché effettivamente alcune città europee, come Friburgo, hanno osato molto e hanno fatto grandi cambiamenti nella mobilità che hanno permesso uno stile di vita più umano.