Copertina del libro del libro di Yügsel Genç "Ho lasciato il fucile in montagna" Giovedì 28 marzo 2024, alle ore 19:00, la Casa delle Donne di Milano ospiterà  Yügsel Genç che ci parlerà del suo libro Ho lasciato il fucile in montagna. Diario del cammino di pace di una guerrigliera kurda (Edizioni Punto Rosso, 2023) e, da remoto, Laura Schrader, studiosa di storia kurda e autrice di Berxwedan. La resistenza del popolo kurdo contro il genocidio di Erdogan (Edizioni Punto Rosso, 2023).

Yügsel, nome di battaglia Jiang (Vita) nel suo diario ci racconta l’impresa sua e di altri 7 compagne/i di viaggio che nel 1999 abbandonarono le montagne del Kurdistan, dove avevano combattuto,  per consegnarsi all’esercito turco, come testimonianza della volontà di pace del PKK e in ottemperanza alle indicazioni di Öcalan, pur sapendo che all’arrivo avrebbero dovuto affrontare interrogatori, tortura e carcere. Un racconto struggente soprattutto alla luce di questi ultimi 20 anni in cui sappiamo che  quella speranza è stata tradita dal dittatore Erdogan e in cui il popolo kurdo è stato beffato e costretto ad accettare l’amara ospitalità di chi aveva favorito l’avanzata dell’Isis sul proprio territorio  e la distruzione dei suoi villaggi.

Un libro  intenso e struggente, che ci consegna una testimonianza ricchissima di valore storico, politico e insieme poetico, in cui emergono l’amore per la natura e per quelle montagne oggetto di rimpianto, oltre al rapporto con i compagni e le compagne.

In questo contesto uno dei temi centrali è il fatto di essere donna sia nell’adesione alla lotta armata kurda, sia nella partecipazione alla missione di pace.

Riferendosi all’inizio della lotta di liberazione del PKK nel 1984, l’autrice scrive:
Oggi le radici di quel seme sono un grande platano esteso su tutta l’umanità; le radici sono rivolte verso la fratellanza, l’amore, la nostalgia, la ricerca, le sue radici hanno preso la strada verso la libertà. E nell’imboccare questa strada il posto più significativo l’ha preso senza dubbio la donna. Il fatto che noi avessimo preso posto in una simile marcia con la nostra identità di donne rendeva onore a tutte noi.

 E poi, riferendosi ai Gruppi di pace afferma:
In questo momento il nostro popolo desidera la pace. Puoi comprendere che è cosa di grande valore, soprattutto in quanto donna, essere la voce dei desideri del nostro popolo, la voce della pace. Questo cammino é il nostro, il cammino della pace appartiene alle donne.”

Nel suo diario l’autrice ci dice che non si pente di essere stata una combattente ma che si spoglia delle armi per un bene superiore, perché la guerra, a volte  necessaria, non la si può amare.
Considero la guerra come la necessità di esistere e di affermare la nostra esistenza e vedo la pace come un modo per illuminare la nostra esistenza. Non è quello che stavamo cercando comunque? L’illuminazione, non è forse stato uno sforzo per riportare in vita il principio di uguaglianza e libertà?

Laura Schrader, presentandoci il suo documentatissimo libro, ci illustrerà invece il contesto storico in cui è maturata la resistenza armata del popolo kurdo in risposta al tentativo di genocidio perpetrato dai governi turchi, in cui è nata la guerra delle milizie kurde all’Isis, e in cui si sono sviluppate le reiterate offerte di pace del PKK, guidandoci nella comprensione della storia di quel popolo  glorioso fino ai giorni nostri.

 

 

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