Ricamare una vita CdD 5 Giugno 2014 Valeria Sinesi (9)

“Oh mamma, che bello!”: riempiono senza sosta l’ingresso della Casa delle donne di Milano le esclamazioni di meraviglia provenienti dalla palestra, nelgiorno dell’inaugurazione, il5 giugno 2014, della mostra sull’artigianato palestinese “Ricamare una vita. Alla ricerca delle radici”, organizzata dalla Comunità palestinese di Lombardia, l’associazione per la Pace di Milano e Rete Radié Resch. Lo stupore è suscitato dalla vista dell’abito più grande del mondo, inserito nei Guinness dei primati dal 2009 per i suoi 32 metri di altezza e i 18 di larghezza, ricamato a mano da 150 donne palestinesi dei villaggi intorno a Hebron, nell’ambito di un progetto dell’Università locale e del Palestinian Child Home Club.

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Un’opera maestosa, che la palestra della Casa fa fatica a contenere e che è viene immortalata, come una star, negli scatti incessanti dei tanti ospiti della vernice. Dai colori rosso e nero della tradizione e con la bandiera palestinese ricamata ai lati, il vestito dei record arriva per la prima volta a Milano da Trento, e, precisamente, dall’associazione “Pace per Gerusalemme. Il Trentino e la Palestina”; è il simbolo dell’unità culturale di un popolo diviso in una terra negata. Nel giorno in cui i palestinesi ricordano la Guerra dei sei giorni, considerata una seconda “Nakba” (“catastrofe” in arabo) dopo l’espulsione dalle terre del 1948, l’abito gigante è l’attrazione clou della mostra, che, al piano primo piano della Casa, continua e include una settantina di ricami, tra copricuscini, arazzi, tovaglie, borse e abiti femminili provenienti dai laboratori dei campi profughi di Beirut in cui opera dal 1977 l’Ong “Najdeh”, “soccorso” in arabo, dell’attivista milanese Adele Manzi. Il cedro, la rosa, la tenda e le numerose figure geometriche realizzate a punto croce si ispirano fedelmente ad antichi modelli conservati nei musei, con la simbologia appartenente a una ventina di località della Palestina storica. A completare il viaggio immaginario nell’antica Palestina, gli abiti femminili della collazione dell’attivista Luisa Morgantini.

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“Un benvenuto alla Casa delle donne di tutte le età, di tutte le generazioni e di tutte le culture, anche di quelle in conflitto tra loro – esordisce Nicoletta Gandus, co-presidente della Casa, prendendo la parola, – perché anche di conflitto bisogna parlare”. Interviene all’inaugurazione il presidente della Comunità palestinese di Lombardia, Khader Tamimi: “L’ospitalità della Casa è una conquista che apre la strada ad altre iniziative insieme, sulla scia di questo evento sui ricami palestinesi, un modo diverso, quest’anno, per ricordare la Nakba e la Guerra dei sei giorni”. Per l’Amministrazione di Milano prendono la parola, prima, Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale, (“Sono figlio di sarti – ha sottolineato – e provo affetto e ammirazione dinanzi a questi lavori femminili, che ci ricordano di avere un debito nei confronti del popolo palestinese e delle sue battaglie per la terra e la pace, valori e diritti che ci uniscono tutti”), e, poi, Anita Sonego, per il sindaco Giuliano Pisapia, (“Anche io ho sempre ricamato nei momenti difficili della mia vita – confessa alla platea numerosa, accorsa all’evento – e le donne palestinesi ne hanno di angosce da superare, costruendo, con ago e filo, qualcosa di fronte a distruzione e mancanza: riparano, così, l’irreparabile”). Spazio anche a Hani Gaber, rappresentante per il Nord Italia con funzioni di console generale della Missione Diplomatica della Palestina, presente in vece dell’ambasciatrice di Palestina a Roma, Mai Al-Kaileh, impegnata nei preparativi della visita in Vaticano da Papa Francesco del presidente Abu Mazen e del suo omologo israeliano Shimon Peres: “Ringrazio i presenti per il lavoro sodo, svolto nella realizzazione di questa iniziativa; a dimostrazione che siamo un popolo tenace, che ha salvato tradizioni, storia e folklore”.

La mostra rimarrà aperta fino all’8 giugno 2014, dalle 10.30 alle 18. Nella giornata di sabato 7 giugno 2014, in contemporanea all’esposizione, si svolgerà un doppio appuntamento: alle 16 la testimonianza di una ricamatrice palestinese storica, Muna, e, poi, la recita di poesie in arabo e italiano.

Gabriella Persiani, 5 giugno 2014