Un pomeriggio ‘vertiginoso’, parafrasando il sottotitolo del libro Piuttosto m’affogherei. Mercoledì 3 aprile abbiamo incontrato la sua autrice, Valeria Palumbo, e la storia delle zitelle da quando sono sempre esistite a quando, in uno snodo specifico nella storia, sono state etichettate nell’accezione più comune e duratura.
Ma Valeria, si sa dalla sua produzione saggistica, non si accontenta né delle accezioni comuni né tantomeno di quelle durature. Perché lei prende la storia, le storie, e indaga, le smonta magari partendo da un dettaglio incongruo, stonato e scopre fatti e persone inusuali, eccezionali oppure comuni ma che hanno lasciato tracce eccezionali e che la storia conosciuta dai più non ha rivelato. Le donne le offrono il maggior numero di occasioni per questa operazione di scoperta e riscoperta, di smontaggio e rimontaggio di fatti e di identità.
In questo libro, edito da Enciclopediadelledonne.it, non prende in considerazione una sola donna ma una categoria di donne: quelle non sposate. Disegna un panorama amplissimo sia in senso temporale che di ambiti: considera donne nubili di carne e ossa ma anche rappresentate in letteratura. Così, c’è Jane Austen stessa ma anche le sue creature di carta da maritare, ci sono le monache di tutti i tempi, ci sono le zie di casa, le amazzoni, le mitiche.
C’è la parola zitella col suo carico etimologico, storico, sociologico. E con tutto un immaginario da smontare con rigore documentario. Questo è il libro, ma l’incontro di quel pomeriggio non ne è stato il doppione. Abbiamo sentito altre storie, altri rivoli di indagine, le foto dei sopralluoghi e delle sue ricerche proiettate davanti ai nostri occhi: immagini di sante canonizzate o di sante per benedizione di popolo, strade e vicoli dedicati a zitelle, a donne considerate capaci di indurre la fertilità ad altre.
Tutte non maritate. E, saltellando nei secoli con la disinvoltura che le è propria, Palumbo ci ha portato, prima per contrasto col passato poi con uno scivolamento lieve di cui appena ci si accorge, a oggi e a quanto sia cambiata l’idea di zitella perché tanto è cambiata l’interpretazione che ne hanno fatto le donne.
Al fianco di Valeria, Laura Lepetit che, per ammissione della stessa autrice, ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della sua strada e della sua produzione di saggista. Infatti, in un antico e originario diniego da parte dell’editrice, Palumbo riconosce la mano del destino che, escludendole una strada, le ha segnato quella a lei più congeniale e così preziosa, dico io, per noi oggi.
Vittoria Longoni, che ha presentato l’incontro con un’introduzione incisiva sui rapporti tra storia e letteratura, ha sollecitato la fondatrice della casa editrice La Tartaruga a dire la sua sul libro. Lepetit non ha risparmiato le sue acute osservazioni, pur ammettendo con estrema onestà intellettuale, la sua sorpresa nell’apprendere aspetti a lei sconosciuti.
Inevitabili le riflessioni sull’editoria al femminile, sul vuoto esistente e sul ruolo che La Tartaruga ha ricoperto negli anni Settanta. Oggi fortunatamente nascono nuove realtà, come l’Enciclopediadelledonne.it che, per mano di Rossana Di Fazio e Margherita Marcheselli, si è recentemente costituita casa editrice con titoli e opere molto interessanti; oltre all’ormai nota Enciclopedia delle Donne on line che raccoglie ritratti di donne eccezionali ma anche di donne comuni, dalla vita o dalle attività così significative da essere ricordate.
Un altro incontro del gruppo Libr@rsi che ha riunito giornalismo, indagine storica e nuova editoria.
Angela Giannitrapani