A chi non piacerebbe avere una fisionomia chiara, una soggettività ben definita, senza sbavature e ambiguità, da spendere nel mondo? Non è così facile, come sappiamo. E forse neanche auspicabile. Perché siamo il prodotto di dati reali e culturali che fanno di ciascuna e di ciascuno esseri complessi.
Le ambivalenze dei sentimenti, le ombre dietro le luci, il conflitto tra dimensione privata e pubblica, tra gioia di sentirsi simili e bisogno di vedersi diverse caratterizzano in particolare l’esperienza di vita delle donne. Basti pensare al legame figlia-madre e madre-figlia. Al rapporto con il maschile e con gli uomini. Alle stesse relazioni tra donne. Alla difficoltà di conciliare ruoli e tempi della vita personale, sociale, lavorativa.
C’è una specificità delle donne, rispetto agli uomini, nel vivere e nell’elaborare queste “doppiezze”? Ne parleremo, a partire dai molti contributi proposti dal n.135 della rivista Leggendaria. Che racconta, da Medea all’Amica geniale, come i miti, la letteratura, la psicologia, il cinema, rappresentano la complessità del percorso verso l’identità femminile.
Ne viene fuori un panorama ricco, con molte piste da seguire per andare più in profondità.
Perché la domanda di fondo è sempre la stessa e sempre da riformulare: chi siamo, e come siamo diventate quello che oggi siamo?
Noi e il nostro doppio
29 ottobre ore 18,30
Spazio da Vivere
Partecipano Barbara Mapelli, curatrice del numero,
Claudia Alemani e Giovanna Pezzuoli, autrici di alcuni articoli.
Coordina Grazia Longoni.
A conclusione dei lavori, aperitivo per le socie della Casa delle Donne