Alla Casa delle donne di Milano mercoledì 29 maggio alle ore 18, Silvia Federici presenta il suo libro “Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons (ombre corte, 2018). Dialogano con l’autrice: Anna Curcio, curatrice della pubblicazione, Cristina Morini (Commonfare, Effimera), NonUnadiMeno di Milano. Introduce Elvira Vannini (hotpotatoes). Coordina Anita Sonego (copresidente della Casa delle donne)
Seguirà cena alle ore 21 su prenotazione (scrivere a prenotazioni@casadonnemilano.it)
Alla Casa delle donne di Milano il 29 maggio Silvia Federici, una delle figure più importanti del pensiero femminista internazionale, presenterà il suo ultimo libro tradotto in italiano da Anna Curcio “Reincantare il mondo. Femminismo e politica dei commons (ombre corte, 2018).
Poiché il volume raccoglie i contributi di oltre vent’anni di riflessione e di impegno militante di Federici, l’incontro sarà l’occasione per attraversare le tematiche del suo pensiero e della sua radicalità politica quali le sue analisi sull’accumulazione capitalistica, sulla centralità del lavoro riproduttivo fino alla sua più recente lettura femminista della politica dei commons*
Partendo anche dalle sue esperienze in Africa, in America Latina e dal suo impegno in Ni Una Menos Federici elabora la sua critica ai rapporti sociali capitalistici e alla nuova fase di ricolonizzazione attuata dalla Banca mondiale, collegando la sua analisi al nuovo movimento femminista internazionale e alle risposte che questo sta dando alle varie forme di violenza attuate sulle donne.
Se nel Calibano e la strega, Silvia Federici ripensava la nascita della prima fase dell’economia capitalistica come un fenomeno di colonizzazione attuata sui corpi delle donne, terreno strategico e strutturale di sfruttamento e di appropriazione, ora in questo testo propone una politica dei commons da una prospettiva femminista, “Questo aspetto della politica dei commons – scrive Federici nella sua introduzione– è da anni al centro del mio interesse perché sono convinta che la costruzione di forme più cooperative di riproduzione sia la condizione non solo per una “vita degna di essere vissuta”, ma anche per poter resistere all’avanzare dei rapporti capitalistici e creare una società non subordinata alla logica del profitto e del mercato”.
Insomma, “per reincantare il mondo – scrive Anna Curcio – Federici propone una politica dei commons immediatamente femminista, che non è mai astratta ricetta intellettuale ma terreno concreto di produzione di soggettività”
*Commons: :in italiano “beni comuni” o meglio “il comune”. “I commons non sono dati, sono prodotti…. È solo con la cooperazione nella produzione della nostra vita che possiamo veramente creare il “comune”. Perché non si tratta di una realtà materiale ma di relazioni e pratiche sociali costitutive. E’ per questo che alcuni preferiscono parlare di “fare comune” o del “comune”, per sottolineare il carattere relazionale di questo progetto politico.” (S. Federici)
Silvia Federici ha insegnato all’Università di Port Harcourt in Nigeria, ed è stata Professore Associato e poi Ordinario di Filosofia politica e Studi Internazionali al New College dell’Hofstra University (NY). Cofondatrice del Collettivo internazionale femminista e del Comitato per la libertà accademica in Africa, nel 1995 ha cofondato la Radical Philosophy Association, progetto contro la pena di morte. Tra le sue pubblicazioni: Il punto zero della rivoluzione. Lavoro domestico, riproduzione e lotta femminista (ombre corte 2014), Il Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria (Mimesis, 2015).