Lei e lui. Avanzano affiancati, sono esempi di ‘coppie virtuose’, di donne e uomini che sono riusciti non solo a stare insieme a lungo e felicemente, ma anche a collaborare, a fare ‘opere’ comuni nel rispetto reciproco, nello scambio emotivo e intellettuale, e nella condivisione.
Tra le ‘coppie virtuose’ presenti nella monografia della rivista Leggendaria n.129, troviamo Hänsel e Gretel, i ‘padri vittoriani’ di illustri scrittrici inglesi, donne e uomini che hanno collaborato in imprese scientifiche, Hélène Cixous e Jacques Derrida, la coppia Leopold e Molly dell’Ulisse di Joyce, personaggi e personagge di fumetti, i fotografi Gerda Taro e Robert Capa, George Sand e Gustave Flaubert, John Stuart Mill e Harriet Hardy Taylor, senza dimenticare Plutarco e sua moglie.
Ne discutono Barbara Mapelli (curatrice della monografia della rivista), Giovanna Pezzuoli, Pierfilippo Pozzi. Apre l’incontro Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano. Conduce e coordina Grazia Longoni. Saranno presenti autori e autrici della monografia. Al termine aperitivo della Casa
Un percorso narrativo attraverso alcune storie di coppie donna-uomo
La riflessione che mi ha mosso a fare la proposta di questa monografia nasce in primo luogo dalla famosa immagine evocata da Virginia Woolf di una donna e un uomo che salgono su un taxi. La scrittrice è alla finestra e li scorge mentre, insieme, entrano nell’auto: questo fatto semplice e banale suscita in lei una serie di pensieri e a partire da questa visione le considerazioni dell’autrice si concentrano sul tema della mente androgina. Ma va ricordato che l’androginia, condivisione di caratteristiche e qualità di ambedue i sessi, già era stata da lei trattata letterariamente nell’Orlando. Orlando vive una lunga vita, densa di avventure che lo/la accompagnano per alcuni secoli: una sorta di cammino nel tempo verso un ideale di perfezione. E l’eroe diviene donna, ma non perde e non rinnega nulla del suo passato, né delle sue virtù, fisiche e immateriali. Mantiene, e questo si chiarisce sempre di più nel procedere del romanzo, le sue qualità maschili, unendole a quelle femminili e Virginia Woolf ne trae considerazioni generali presenti ancora nel dibattito attuale.
Colei, dunque, che appartiene autorevolmente ai riferimenti del pensiero femminista come teorica della differenza, dopo aver descritto nella Stanza tutta per sè i motivi che penalizzano l’accesso alla cultura e il processo della scrittura femminile e che talvolta possono trasformarsi in vantaggi che ne stimolano la creatività, osserva però come sia la mente androgina la sintesi più alta della capacità intellettuale:
“Forse una mente puramente maschile non può creare, e lo stesso vale per una mente puramente femminile (…) Evidentemente Coleridge, quando disse che una mente androgina è superiore (..) voleva dire che la mente androgina è risonante e porosa; che trasmette emozioni senza ostacoli; che è naturalmente creatrice, incandescente e indivisa”.
Il tema della differenza tra donne e uomini apre dunque per l’autrice, senza contraddizioni, a un passaggio più alto di intreccio, convivenza armoniosa tra virtù intellettuali femminili e maschili. Certo è necessario del tempo per questo percorso, molto tempo: Orlando impiega secoli per compiere la sua trasformazione…
A partire da queste considerazioni è nata la proposta di una monografia che compia un percorso narrativo attraverso la proposizione di storie di alcune coppie donna-uomo che nel passato e nel presente hanno unito le loro intelligenze e compiuto, grazie a ciò, imprese intellettuali nei più diversi campi dalla scienza, alla letteratura, al cinema, all’arte, alla fotografia e ancora molto altro.
Sappiamo che le relazioni tra i due sessi si sono svolte nel tempo prevalentemente nelle forme della disuguaglianza, del dominio degli uni sulle altre, eppure esistono, anche all’interno di questo quadro generale, alcuni esempi virtuosi di collaborazione senza sopraffazione, senza occultamenti o furti di idee. Credo sia bene ricordarli e trovarne anche nel presente perché credo – e spero crediamo – che la costruzione di un futuro di trasformazioni che renda le nostre vite migliori non possa che avvenire dallo stabilirsi di nuove alleanze tra i sessi, da un confluire – rispettoso di differenze e individualità – di intelligenze diverse che nel confronto, nel dialogo, nella messa in comune di conoscenze, emozioni e intuizioni aiutino tutti e tutte a procedere.
(dall’Introduzione di Barbara Mapelli)