Photo: Pardo Fornaciari Il quadro sotto cui siede, in via del Carmine a Casola in Lunigiana, è appunto una veduta del paese del suo compagno Davide Danti, in occasione del Cantadanti 2018

Photo: Pardo Fornaciari
Il quadro sotto cui siede, in via del Carmine a Casola in Lunigiana, è una veduta del paese del suo compagno Davide Danti, in occasione del Cantadanti 2018

Anni di ricordi, anni di lotte ma soprattutto anni di amicizia. Questo significa per me parlare di Pina Sardella, la nostra socia che il 29 giugno purtroppo è mancata.

Chi era Pina? Difficilissimo dirlo in due parole, data la ricchezza incredibile di impegni, di iniziative, di progetti che hanno costellato la sua vita come in parte dice questa breve biografia pubblicata dalla casa editrice Mimesis presentando un suo libro:  “Docente, pedagogista, formatrice, ha partecipato attivamente a progetti e collettivi all’interno del percorso della rivoluzione che le donne hanno costruito in questi decenni.

Ha dedicato una particolare attenzione alle donne migranti con le quali ha intrecciato collaborazioni e ricerche anche all’interno del CPD. Per l’Istituto di Cooperazione Economica Internazionale (ICEI), di cui è vicepresidente, ha pubblicato nel 2008 La vita doppia. Costruzione dell’identità e ruolo delle donne nei percorsi migratori”.

Era una figura imprescindibile del femminismo milanese e non solo. Abbiamo fatto tantissime cose insieme, soprattutto con il gruppo Genere & Politica nato alla fine degli anni Novanta. È stato bello riuscire già allora a anticipare temi cruciali come le nuove presenze di donne straniere fra noi, le tematiche dell’ecofemminismo di Vandana Shiva, o invitare a Milano la filosofa Rada Ivekovic per parlare di ciò che era successo alle donne nella guerra della ex Jugoslavia… Riuscimmo anche per qualche tempo a scrivere un nostro piccolo giornale autoprodotto (“La terra e la luna”), il cui tema principale era la fiducia nel potere trasformatore delle donne. Ci sarebbe tanto altro, tanti altri luoghi, tante altre esperienze che non si finirebbe mai di ricordare.

Ma quel che conta per me ora è ricordare come Pina fosse una persona speciale, un mix di squisita gentilezza e di determinazione, una specie di roccia, come dicevamo noi, le sue amiche, con uno stile di vita tutto suo capace di abbellire non solo i luoghi in cui viveva, ma anche le relazioni di amicizia e persino di politica. Le parole non bastano a rendere quel che una persona rappresenta e la perdita che ne deriva per chi l’ha conosciuta, perché ognuna di noi è quel che è perché ha fatto quegli incontri, ha avuto quelle amicizie.

Sono sicura che molte altre amiche sapranno a loro volta dire. Ciao Pina, grazie di esserci stata.

Floriana Lipparini