Partendo dal libro Ci vediamo mercoledì gli altri giorni ci immaginiamo, pubblicato nel 1978 dall’editore Mazzotta, vogliamo far rivivere il lavoro di quel gruppo di donne che negli anni ’70 a Milano si incontrava appunto al mercoledì. Un lavoro che riguardava principalmente l’immagine stereotipata della donna e la ricerca di una identità più autentica, usando la fotografia, la maschera, le “ pezze “, i travestimenti.
L’autorappresentazione, come l’autocoscienza, produce degli effetti sconcertanti quando si scontra con la cultura patriarcale. Il femminismo italiano sembra essere incentrato sulla parola scritta e parlata mentre “ la disobbedienza visiva” ha avuto invece un peso non ancora abbastanza riconosciuto.
L’occasione è nata dalla tesi di Laurea di Mara Salipante, una giovane studiosa di Visual Cultures, di recente discussa presso l’Accademia di Brera che tratta più in generale la nascita di un’estetica femminista e si intitola Se l’oggetto si mettesse a parlare, una citazione da Luce Irigaray.
Oltre all’autrice della tesi, parleranno Paola Mattioli, fotografa e Mercedes Cuman artista, già appartenenti al gruppo. Saranno in mostra per quel pomeriggio alcune “pezze”, collages di stoffa che ricordano uno strano bucato casalingo e saranno proiettate le foto fatte allora da Paola Mattioli.
Un confronto tra il passato e il presente, una indagine sulle tracce lasciate da quella originale esperienza.
La disobbedienza visiva
18 Ottobre ore 18 Spazio da Vivere
La disobbedienza visiva
Conduce Laura Lepetit
Segue aperitivo per le Socie