Recentemente mi sono imbattuta in un articolo de Il Sole 24Ore dal titolo “Lavoro, c’è differenza tra uomo e donna? Nella retribuzione sì: donne guadagnano il 10,9% in meno” e, come sempre, mi è venuto da scuotere la testa.
Avete presente quel senso di frustrazione e demoralizzazione che colpisce in queste circostanze? Ecco, mi chiedo come ancora sia possibile nel 2019 ristagnare in questa situazione.
In breve, l’articolo si sofferma sulle differenze di retribuzione tra uomo e donna suddivise per inquadramento e livello di istruzione (laureati e non) in Europa e nel mondo.
Ora, per quanto mi riguarda, essendo piuttosto recente di laurea mi sembra proprio di ricordare che in università ragazzi e ragazze dovessero studiare lo stesso materiale e dare gli stessi esami quindi la domanda, ovviamente provocatoria, mi sorge spontanea: perché mai dovrebbero essere diverse le retribuzioni?
E, udite udite: tra la categoria dei laureati stiamo parlando ben del 36,3% di retribuzione in meno che le donne percepiscono rispetto agli uomini a parità’ di mansioni!
Inutile dire che le differenze non dovrebbero sussistere neanche tra i non laureati.
Inoltre, c’è una cosa che mi fa sempre amaramente sorridere riguardo ai ruoli che sono gli stessi, ma interpretati in maniera diversa tra un sesso e l’altro. Vi riporto un paio di esempi:
- il capo (uomo) se si impone è perché vuole stimolare, renderti forte, mantenere il suo ruolo – se il capo è donna allora è una sclerata, frustrata e non soddisfatta dal marito (ma sicuramente è per colpa della stessa).
- “Tizio” ha raggiunto una posizione ambita da molti à la maggior parte dei commenti nei corridoi: “Wow, chissà quanto ha studiato e lavorato per arrivare a quel livello. Che carattere! Che carisma!” – “Tizia” ha fatto la stessa, identica cosa a la maggior parte dei commenti: “Va beh dai, chissà cos’ha fatto per arrivare lì, in più, sarà andata al colloquio scollata o con abiti succinti” (e qui il mio ragionamento andrebbe sul selezionatore che sicuramente è uomo e non donna, perché ovviamente una donna non l’avrebbe presa -ironia).
C’è, però, un fatto che mi rincuora in piccola parte se penso al disagio generale del nostro Bel Paese: nell’articolo si specifica che, se guardiamo all’Europa intera, possiamo notare che i salari delle italiane non sono tra i più penalizzati e, a quanto pare, siamo all’ottava posizione sui 31 paesi analizzati (che comunque NON è una consolazione).
Signore, dovremmo allearci invece che farci la guerra.
Se ci alleassimo avremmo il mondo in pugno, e ci scommetto quello che volete: sarebbe una bomba!
Stefania Biffi