Bastava guardarsi intorno durante l’incontro sul sondaggio su Milano, svoltosi alla Casa lo scorso 12 novembre, per capire quanto il lavoro abbia colto nel segno: intensa partecipazione, interesse e, dopo le relazioni, tanti interventi, molti dei quali cominciavano con un “grazie” e finivano con un incitamento a proseguire e ad allargare la ricerca.
Come ha spiegato Floriana Lipparini nella sua introduzione, la Milano che esce dal sondaggio è una città con una presenza femminile ricca, vivace, variegata. Un luogo col quale le donne hanno un rapporto di appartenenza, di apprezzamento, ma al quale rivolgono anche severe critiche. Con sensibili differenze a seconda della zona in cui abitano.
Ad Anna Moretti è toccato il compito (non facile, vista la quantità dei dati e la complessità dei risultati) di entrare nel merito dei 350 questionari. Le domande a risposta chiusa hanno dato risultati a volte sorprendenti. Per esempio sulla sicurezza: Milano viene nel complesso percepita come sicura. La presenza di stranieri viene valutata in aumento, ma positivamente, con parole come “integrazione”, “giovani”, “colori”, “allegria”. O sul gradimento della zona in cui si vive: il dato medio è che oltre il 50% si dichiara soddisfatta (con una perdita di entusiasmo dal centro verso le periferie). O anche sulla visione della città nel futuro: “sempre più bella e vivace” (a patto che non aumentino nuove costruzioni e grattacieli). A conferma di questa inaspettata positività, il 50%, alla domanda “dove ti piacerebbe vivere?” risponde: “sempre a Milano, ma più in centro”.
Più prevedibili sono l’apprezzamento del sistema di trasporto pubblico, delle offerte culturali, dei servizi di prossimità o le preoccupazioni per l’inquinamento, l’ambiente e la salute. Preoccupazioni che si rispecchiano nelle tre questioni generali indicate come prioritarie da affrontare:
– ambiente, qualità dell’aria, verde; – mobilità, traffico; – welfare.
Ma è nelle domande che lasciavano aperta la risposta che emerge con più nettezza uno sguardo di donne e anche una “poeticità” nell’esprimere disagi e desideri. Tra i bisogni: parchi, giardini, ma anche silenzio, luoghi di incontro, cultura, socialità di quartiere, piccole botteghe, condivisione, cura della città. Libertà di muoversi ma anche di sedersi a leggere per strada, “libertà di essere sole”. C’è chi desidera “una città dove soffia un vento pulito con un cielo terso”, “nella quale si rispettino le donne, gli anziani, i bambini, i deboli” e chi si augura che “si diffondano sempre più cohousing a prezzi accessibili”, o che “non sia necessario spendere denaro per trovarsi e familiarizzare”.
E se guardiamo da vicino che cosa piace di più alle donne del luogo in cui abitano, scopriamo che è “quello che vedo dalle mie finestre”, “i balconi fioriti della mia dirimpettaia”, “i tetti e i comignoli”, “il cielo”, “ i tramonti”.
E’ un ritratto di città moderna e antica insieme, che rispecchia il profilo delle donne che hanno risposta: non giovanissime, ma aperte, curiose, attive, interessate alla cultura e al sociale, sensibili all’ambiente e disposte a partecipare, a dare tempo ed energie.
Daria Colombo, delegata del Sindaco alle Pari Opportunità, ha suggerito di allargare la ricerca ai Centri Donna che si stanno aprendo in molte periferie e ha sottolineato l’importanza di creare un collegamento tra la Casa delle Donne e i Centri dei vari municipi. “Non credo che se avessimo sottoposto il questionario a degli uomini avremmo ottenuto gli stessi risultati” ha aggiunto. “In questa ricerca c’è proprio quello che manca alla politica oggi: il rispetto, la cura, la dimensione della bellezza”.
Francesca Zajczyk, sociologa ed esperta della città contemporanea si è detta molto interessata a una riflessione, da approfondire e sulla quale lavorare insieme, soprattutto sull’area “qualitativa, aperta” del questionario, che in parte conferma e in parte contraddice quello che emerge dalla sezione “quantitativa”.
Molti interventi si sono poi succeduti: chi suggeriva di estendere il questionario portandolo ai genitori delle scuole, chi poneva l’accento sulla necessità di battersi per conservare e ampliare gli spazi verdi, chi lamentava la differenza di servizi e di efficienza del trasporto pubblico tra zone centrali e hinterland…
Certamente non si è trattato che di un’apertura di discussione e le occasioni per approfondire saranno ancora tante.
Liliana Belletti