In piazzale Donne Partigiane a Milano, nel quartiere Barona, il passare del tempo ha deteriorato i murales che da qualche anno raffiguravano le partigiane italiane, ma non i loro ricordi e le ragioni delle loro lotte. Anzi il tema ora è più attuale che mai e si allarga alle donne che si sono mobilitate contro l’oppressione e il patriarcato in tutto il mondo.
Domenica 15 dicembre sono stati inaugurati i nuovi murales che si affacciano sul Piazzale Donne Partigiane: un’iniziativa del Municipio 6, rappresentato durante l’evento dal Presidente Sandro Minniti e dall’Assessora Rita Barbieri , con la partecipazione di Anpi, Comunità Nuova Barrio’s e di Nonunadimeno, e delle artiste e artisti che hanno realizzato la complessa opera.
I nuovi murales del progetto Urban Art raffigurano Angela Davis del movimento afroamericano statunitense, Marielle Franco, attivista brasiliana assassinata nel 2018 e le tre sorelle brasiliane “Mariposas” a cui si allude nei murales con emblemi di farfalle, Asia Ramazan Autar, guerrigliera curda diciannovenne uccisa nel conflitto in Rojava.
La facciata principale mette al centro proprio loro, donne che in contesti sociali e momenti storici differenti hanno portato avanti i valori delle resistenti del passato. Una di loro era appunto Gina Galeotti, nome di battaglia “Lia”, la storica partigiana milanese uccisa dai soldati tedeschi quando era incinta di otto mesi, nelle giornate del 25 aprile: oggi è ritratta su un’altra facciata, ad opera dello street artist Frode. “Bella ciao” ad opera di ViperHize sono le lettere rosse ripetute che circondano i tre volti femminili; il segno di vittoria tra le mani della Davis compare nella parte più alta dei dieci metri dipinti. Ora gli artisti urbani hanno voluto ampliare gli orizzonti della lotta e della resistenza, includendo tutti i temi dei diritti umani, in un’opera che valorizza donne militanti contemporanee e internazionali.
Hanno realizzato i tre volti principali le writers Luna, Dada e Chiara Loca, che ha ritratto Angela Davis e ha dichiarato: “È stato importante per tre giovani donne come noi avere la possibilità di ritrarre modelli di grande forza e coraggio. È un’opera dal profondo valore storico e politico. Realizzarla in uno dei pochi spazi dedicato alle donne partigiane, o forse l’unico in Italia, assume un significato ancora più urgente. Anche l’ampiezza del murale a cui abbiamo lavorato contiene un richiamo preciso.
Il mondo del graffitismo e della Street art è sempre stato piuttosto maschile. Questo non significa che anche le donne non possano affrontare muri molto grandi o salire sui ponteggi. Tristemente alcuni ancora lo pensano”.