La Casa delle Donne di Milano esprime la propria vicinanza a Laura Massaro e la propria soddisfazione per la sentenza che il 3 gennaio le ha dato finalmente ragione. Dallo scorso ottobre Laura portava avanti una dura battaglia, per le strade di Roma e in Tribunale, fino allo sciopero della fame, per ottenere l’affidamento del figlio di dieci anni, vittima incolpevole del conflitto tra la madre e il padre, il violento ex marito di Laura, da lei già denunciato per stalking.
La Corte d’Appello del Tribunale per i Minorenni di Roma ha ora stabilito in via definitiva che suo figlio non sarà costretto a trasferirsi dal padre, del quale il bambino ha sempre detto di avere paura per le violenze a cui ha assistito prima della separazione, né potrà essere collocato in istituto, come aveva stabilito in ottobre la prima sentenza del Tribunale.
L’importante nodo giuridico che è stato sciolto è quello della PAS, la cosiddetta Sindrome di Alienazione Parentale, una patologia non riconosciuta dalla comunità scientifica, di cui vengono spesso accusate le madri che si oppongono all’affidamento dei figli a padri violenti. Sulla base di questa presunta patologia, infatti, a Laura era stata tolta la patria potestà.
Inoltre, la sentenza ha riconosciuto il peso della “violenza assistita”, cioè i traumi subiti da bambini e bambine nel caso di violenze domestiche.
Esprimendo la sua soddisfazione, Manuela Ulivi, avvocata di D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) e presidente di Cadmi, la Casa di Accoglienza per le Donne Maltrattate di Milano, ha osservato: “L’Italia di fatto non applica l’articolo 31 della Convenzione di Istanbul, che impone di tenere conto delle violenze domestiche nello stabilire i diritti di custodia dei minori. Troppo spesso le madri sono accusate ingiustamente di volerli staccare dai padri, quando si permettono di chiedere tutele e affidi esclusivi per salvaguardarli da altre violenze”.
Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, ha dichiarato: “D.i.Re continuerà a impegnarsi affinché la PAS, e le sue versioni mascherate, vengano definitivamente eliminate dalle CTU, le Consulenze tecniche di ufficio, sulle quali si appoggiano sentenze che non riconoscono la violenza contro le donne e la violenza assistita, e a chiedere una adeguata formazione degli operatori di giustizia chiamati a valutare le separazioni che coinvolgono donne che hanno subito violenza”.
La Casa delle Donne di Milano parteciperà attivamente alla discussione e alla mobilitazione su questi temi.