Il testo di Xenia Chiaramonte è frutto di una seria e appassionata ricerca per la tesi di dottorato in Law and Society.
L’autrice, facendo tesoro di un articolo di Foucault sul governo del conflitto sociale: La strategia dell’accerchiamento, analizza i dispositivi mediatici e legali messi in atto per la criminalizzazione del movimento di opposizione al progetto del Treno ad Alta Velocità Torino-Lione.
Già nel novembre del 2015 il Tribunale Permanente dei Popoli ha riconosciuto in una sentenza la presenza, nei confronti del movimento No Tav, “di una violazione sistematica del diritto fondamentale di una comunità a essere soggetto imprescindibile e prioritario nei processi riguardanti il suo contesto e le sue condizioni di vita presenti e future”.
Nonostante questo, gli esiti dei due processi svoltisi per parecchi anni, hanno portato a fogli di via, arresti domiciliari, obbligo di soggiorno, sorveglianza speciale e all’incarcerazione di alcuni attivisti, ultima dei quali Nicoletta Dosio.
Le varie manifestazioni di solidarietà espresse in molte parti del nostro paese dimostrano che il conflitto non è stato tacitato e che il diritto alla vivibilità e salvaguardia dell’ambiente non è un fatto circoscrivibile alla Val di Susa ma ha a che fare con la democrazia.
Martedi’ 21 gennaio 2020 alle ore 18:30
Ne discutono con l’autrice:
Cristina Morini, Maria Nadotti, Veronica Pecile e Anita Sonego,
insieme ad attiviste NO TAV e Non Una di Meno Milano.