Il giorno 31 gennaio alle ore 18,30 la Casa delle Donne di Milano ospita l’apertura del ciclo di incontri “Creativa 2020. I talenti delle donne” promosso dal Comune di Milano. In questa prima occasione, il gruppo delle fotografe che si incontra alla Casa rievocherà il lavoro del Collettivo Donne Fotoreporter di Milano, attivo dal 1976 al 1980, di cui hanno fatto parte. Saranno presenti: Liliana Barchiesi, Kitti Bolognesi, Giovanna Calvenzi, Marisa Chiodo, Marzia Malli, Laura Rizzi, Livia Sismondi.
Il Collettivo (nella foto sotto un’immagine d’epoca) si è formato nel 1976 in modo casuale, in risposta all’invito di partecipazione a una mostra collettiva. La prima esperienza comune è stata la realizzazione di un audiovisivo sulla donna (diapositive in sequenza e commento musicale) le cui immagini erano tratte dagli archivi di ognuna e facevano parte di ricerche condotte individualmente. Questa coincidenza è stata lo stimolo per il confronto e l’arricchimento reciproco, sulla base dell’interesse che le donne fotografe, per la specificità del loro lavoro e della loro sensibilità, avevano per la rappresentazione di temi riguardanti la condizione femminile.
Così è stata messa a punto una metodologia comune, un identico modo di porsi nei confronti della fotografia e delle realtà fotografate. Un momento di riflessione che ha portato, nel 1978, a realizzare in studio una serie di ritratti nei quali ognuna di loro si metteva in scena, ironizzando provocatoriamente sui luoghi comuni legati alle donne che lavorano con la fotografia. Questi sette ritratti verranno esposti alla Casa delle Donne di Milano il 31 gennaio, mentre altri lavori saranno proiettati e raccontati dalle autrici.
Tra questi, immagini dell’ultimo progetto comune del gruppo,“Una Nessuna Centomila” del 1980, sul ruolo casalingo delle donne. L’identificazione del ruolo della casalinga come costante della realtà femminile ha posto due condizioni al lavoro di ricerca: da un lato la necessità di non esprimere giudizi, limitandosi a constatare e “catalogare”, dall’altro consentire a ciascuna delle fotografe di operare con un proprio linguaggio. Troviamo qui un atteggiamento che è insieme professionale, per lo strumento scelto e la ricerca linguistica, e personale, in quanto le operatrici si riconoscono nei soggetti fotografati e ne condividono le realtà, mettendo in scena gli stessi gesti e facendo uso degli stessi oggetti. In alcuni casi le stesse fotografe del collettivo compaiono nelle immagini.
“Una Nessuna Centomila” è stata esposta in diverse città fra cui Palermo, Roma, Marostica per concludersi a Venezia con una mostra a Palazzo Fortuny nel giugno 1980.