Che cosa sta producendo il coronavirus in Italia e nel resto del mondo? A che cosa ci troviamo di fronte? Orientarsi tra le mille e diverse comunicazioni istituzionali, sanitarie e giornalistiche oggettivamente è molto difficile, e non risponde alle nostre più profonde preoccupazioni e domande.
Forse allora occorre spostarsi su un altro terreno, sul “nostro” terreno. Per le donne uno sguardo differente, un altro modo di vedere le cose non può limitarsi ai temi classici che riguardano solo la vita specifica delle donne. È anche con il mondo nel suo divenire che abbiamo voglia e necessità di confrontarci, perché la specificità del nostro pensiero forse può cambiare le prospettive.
Ecco allora un primo contributo, una riflessione attorno al “virus senza confini” pubblicata sul blog di Comune-info,
Potrebbe aprire uno spazio di dibattito fra le socie della Casa, come speriamo.

Floriana Lipparini

Chi volesse contribuire al dibattito, scriva a comunicazione@casadonnemilano.it per la eventuale pubblicazione.

Contributo n.1

Cara Floriana,

condivido gran parte di quanto hai scritto e sottolineo in particolare, sperando di contribuire al dibattito:
  • la necessità di assumere il paradigma della cura come fondante della società, una cura che non è solo quella di malati, anziani, bambini, ma è cura del mondo, dell’ambiente, dei rapporti; ora siamo ben lontani da questo al punto che si tagliano i fondi alla sanità
  • la centralità del corpo, negato dalla realtà virtuale (spero sia falsa la notizia della coppia che ha lasciato morire di fame il proprio bebè perché impegnata in un gioco basato sulla cura di un neonato virtuale) e anche stravolto e stressato dai ritmi di lavoro disumani, soffocato e ammalato dall’inquinamento
  • il contrappasso di un virus, “regale” come bene dici tu, che travalica invisibile i confini e i muri e attacca coloro che “vivevano sicuri nelle loro tiepide case” e che hanno voluto -e vogliono ancora- difendersi dalla “invasione” dei migranti, del tutto innocua.
Aggiungo due spaventose ironie
  • vivere con un decreto “sicurezza” ancora in vigore ed essere nell’insicurezza più totale
  • risparmiare sulla sanità e stravolgere, anche per questo, l’intera economia del paese

Liliana Moro 10.03.2020