La scuola di italiano per migranti “Francesca Amoni” della Casa delle Donne di Milano è chiusa dal 24 febbraio per emergenza Covid.
Noi insegnanti abbiamo sollecitato le nostre allieve, nel tentativo di mantenere un contatto con loro che abbiamo dovuto abbandonare senza neppure scambiare un saluto, a comunicarci, con i mezzi che ci mette a disposizione la tecnologia, le loro ansie, i loro vissuti quotidiani e le loro strategie per esorcizzare le paure.
I testi che seguono sono stati scritti da cinque allieve/socie della Casa – Sheila (brasiliana), Marisol (venezuelana), Oxsana (ucraina), Svitlana (ucraina), Gabriela (peruviana) – che, per la loro buona conoscenza della lingua e per il loro livello di istruzione, sono in grado di esprimersi con correttezza e capacità comunicativa. Alcune di loro seguono anche i corsi di musica, cucina e disegno. Qui si rivelano per quello che sono: dotate di spirito critico, interessate a ciò che è successo e succede in Italia e nel resto del mondo, capaci di usare la lingua del paese che le ospita in maniera ricca e articolata.
Anna Cini e Francesca Branca, insegnanti della Scuola di italiano per donne migranti “Francesca Amoni”
Milano, 2 giugno 2020
Sheila: “Come sarà il mondo dopo questo caos in cui viviamo?”
Questa è una domanda che mi pongo quasi tutti i giorni. Immaginare il mondo da capo. Non possiamo uscire di questa crisi utilizzando lo stesso modello di sviluppo.
La crisi ci ha portato un aumento della povertà nel mondo, un impoverimento delle famiglie e un incremento della disuguaglianza sociale.
Inoltre non possiamo scordare e ignorare che l’equilibrio tra l’uomo e la natura ha un segno di rottura.
Così essendo, ritengo che i governi debbano adottare misure per affrontare questa crisi che non danneggino la natura e provochino un’altra crisi, questa volta ambientale.
Essi dovrebbero sostenere i cittadini più deboli, creare un programma di stabilizzazione macroeconomica accompagnato da un’ampia ristrutturazione nei diversi settori dell’economia.
Tuttavia anche noi potremmo fare la nostra parte, scegliendo di lasciar indietro il nostro comportamento egoistico, il nostro odio, i pregiudizi, l’avidità e tutte le vecchie idee.
Penso che la crisi potrà anche essere un’opportunità per le persone e le nazioni di cambiare il modello di sviluppo e conseguentemente ottenere progressi. La creatività sempre emerge dai momenti difficili, dall’angoscia, pertanto sorgono nuove scoperte e grandi strategie.
Chi attribuisce la crisi soltanto a fallimenti e disagi, inibisce l’opportunità di creare nuove soluzioni per i problemi.
Marisol: “Quando la gente cantava ai balconi”
Il tempo di quarantena per me è stato prima di tutto un tempo di riposo perché avevo avuto un intervento chirurgico in febbraio. Ma è stato anche un tempo di paura perché non sapevo in realtà cosa stava accadendo fuori. Le notizie in TV mi hanno lasciata sbalordita. Quando a Codogno è iniziato l’isolamento, mio figlio aveva molta paura e voleva comperare cibo e medicine. Poi anche Milano è stata isolata, arrivavano solo notizie brutte, gente che stava morendo in ospedale e in casa. Una realtà molto triste che continua ancora oggi.
Quando ho visto alla TV gente che cantava ai balconi mi è piaciuto molto e mi ha fatto dimenticare questa tragedia.
Adesso tutti noi dobbiamo rispettare le misure di sicurezza per poter andare avanti.
Oxana: “Sono cambiate le nostre priorità”
Tre mesi fa è stato impensabile per noi immaginare che una situazione potesse bloccare il mondo a casa e ribaltare tutti i principi psicologici e le nostre abitudini.
Io penso che il virus è un’opera dell’uomo. Non abbiamo capito i segni che ci sono stati dati. Questo è una cospirazione contro l’umanità. Pertanto noi, come famiglia, non vogliamo effettuare le vaccinazioni. Ma non vogliamo partecipare all’isteria in cui il sistema di oggi è caduto.
Ci sono molti aspetti positivi in quarantena: lavoro psicologico, sviluppo di nuove abitudini, relazioni con i propri familiari, recupero della purezza e armonia per la Natura!!
Prima di tutto Madre-Natura riposava da noi: finalmente si è pulito il cielo e ha riposato la terra, i parchi, tutti luoghi i pubblici.
Poi abbiamo imparato a stare più attenti a bilancio familiare, cibo, animali.
Ora capiamo meglio che la professione principale è il Dottore, non il calciatore. Comprendiamo che lo schermo di un computer non può sostituire la comunicazione in diretta con un insegnante.
Le nostre priorità sono completamente cambiate.
Abbiamo imparato a rispettare le regole di igiene e monitorare la salute dei nostri cari.
Alla fine abbiamo ricordato i nostri talenti e hobby.
Abbiamo imparato a guardare in alto e vedere la bellezza e la purezza del cielo, sentiamo gli uccelli cantare.
Ora pensiamo di più a Padre Dio, capiamo che in questo periodo difficile dobbiamo ringraziarlo per la Vita e le prove che superiamo.
In questi giorni, quando usciamo ci rallegriamo l’un l’altro come fratelli e sorelle.
Ora amiamo di più e apprezziamo la Vita e la Libertà…
Svitlana: “Potremo aprire una pasticceria”
Cosa faccio in questo periodo d’isolamento forzato? Come vivo io e la mia famiglia nel tempo di coronavirus?
Le nostre giornate non sono noiose… sono monotone e angosciate. Proviamo ad abbassare il livello di preoccupazione con le spiegazioni ragionevoli scientifiche, dosando le informazioni distruttive e terrorizzanti che ci bombardano. Proviamo ad imparare a distinguere le bufale. Confutiamo dannose teorie di complotto.
Con consapevolezza rimaniamo chiusi in casa. A volte non è facile. Il nostro appartamento è piccolo e non abbiamo il balcone… non pensavo mai che averlo fosse così importante… per uscire nel mondo esterno… fare almeno un passo fuori. Come l’alternativa, spalanchiamo le finestre e facciamo entrare il mondo da noi… entrano sole e l’odore della terra bagnata, l’odore dei fiori del melo che fiorisce sotto le nostre finestre, gli odori dalle cucine dei vicini e il fumo di sigarette. Spesso il mondo entra piano piano, con un silenzio quasi tombale… sembra spaventato… si capisce… è davvero spaventato. Ma dobbiamo resistere…
Ogni mattina inizio con la preghiera. Ringrazio all’Universo di tutto ciò che ne ho… della vita, della salute, della famiglia, degli amici, delle maestre sagge, delle situazioni da imparare, delle possibilità di crescere… Ringrazio i medici che combattono in prima linea, le commesse e i farmacisti che rischiando ci permettono di vivere una vita quasi normale. Poi auguro mentalmente a tutte le persone buone la salute e la felicità. L’ultima parte della mia preghiera mattutina sono le richieste. Chiedo la pace per il Mondo, chiedo la fine lieta di questa situazione terribile, chiedo la pazienza nella vita quotidiana e la saggezza di prendere le decisioni ottimali per programmare il futuro sereno e dignitoso. Come tutte le mamme del mondo, chiedo per mio figlio un destino felice. Chiedo aiuto per tutti i malati… oggi ho pregato tanto per una mia amica, che ha la salute fragile e che per sfortuna ha la risposta positiva per il coronavirus-
Prima di svegliare mio figlio per le lezioni scolastiche online, accendo radio DJ e faccio ginnastica tibetana, una doccia rapida, trucco leggero, vestiti dai colori vivaci… e poi facciamo colazione insieme con mio figlio. Prima di questo momento non tocco il cellulare… è un tabù.
Adesso è il tempo delle notizie dall’Italia e dall’Ucraina. È un momento pesante… il secondo sarà alle 18:00. Dopo le notizie angosciate trascorriamo ore che sembrano normali. Mio figlio studia, mio marito lavora a distanza, io faccio un po’ di tutto: organizzo la nostra giornata, faccio i mestieri domestici, leggo, scrivo, partecipo a un laboratorio teatrale, scrivo le risposte alle domande preoccupanti degli amici che arrivano da tutto il mondo, faccio i compiti d’italiano, comunico con due signore anziane totalmente isolate per supportarle in questo modo semplice, cucino…
Con mio figlio prepariamo tantissimi dolci… capisco che esageriamo con le calorie, ma pensiamo che la situazione richieda tanta dolcezza… i biscotti con lo zucchero di canna, il dessert con la ricotta e cioccolata bianca, le caramelle con la spremuta di limoni, le tortine con la cannella, il cheesecake semifreddo, le banane caramellate, i tartufini, le crêpes… uffa… mio figlio mi dice che dopo la quarantena possiamo aprire la nostra pasticceria.
Io ricamo… sempre inizio a ricamare nelle situazioni di crisi. L’ultima era 7 anni fa, quando a Kyiv il nostro ex presidente ha ordinato di fucilare la manifestazione disarmata. Ricamo di nuovo, mio figlio mi ha chiesto di insegnargli: abbiamo ricamato insieme un arcobaleno, un simbolo della speranza. Adesso sto ricamando due orsetti felici… quando tutto sarà finito, li regalerò alla mia bambina adorabile con la quale lavoro come babysitter. Non uso i fili scuri, solo vivaci, pieni di gioia e di speranza.
Partecipo alla vita politica del mio paese a distanza. Il nostro presidente, approfittando della situazione e avendo la maggioranza in Parlamento, approva leggi impopolari e pericolose per la sovranità dell’Ucraina. Le manifestazioni sono proibite, i cittadini non possono scendere in strada, protestare e manifestare la loro opinione… solo lo fanno via social. Lo faccio anch’io. Ho già firmato 5 petizioni ufficiali. Spero che i miei piccoli passi aiutino a risolvere qualche problema. Ci preoccupiamo tanto per i genitori… sono anziani e devono uscire per fare la spesa, nessuno potrebbe aiutarli: siamo bloccati qui, lo Stato organizza la quarantena con le proibizioni… Le persone anziani non possono uscire, ma la consegna a domicilio non è organizzata, gli uffici lavorano, ma i trasporti pubblici sono sospesi, non si può uscire senza la mascherina, ma non ci sono in vendita. Qui in Italia proviamo ad aiutare un giovane che chiede l’elemosina davanti al supermercato… mio marito ogni volta gli compra qualcosa da mangiare, gli passa gli indirizzi dove a Milano distribuiscono i sacchetti con cibi.
Ho voluto iscrivermi al corso d’inglese, ma in famiglia c’è solo uno smartphone compatibile con i programmi attuali e moderni. Cosi facciamo i turni e seguiamo orari precisi: la scuola online di mio figlio, la mia lezione online d’italiano, la lezione di karate online per tutta la famiglia. Dopo l’allenamento tutti insieme guardiamo i film, scegliamo le commedie con la trama leggera e positiva. Giochiamo all’Uno o agli scacchi. Prima di andare a letto leggiamo. Mio figlio legge le storie di Geronimo Stilton, io leggo La voce invisibile del vento di Clara Sánchez. Nella storia si racconta come la protagonista combatte per uscire dalla narcolessia e come il suo cervello cerca la possibilità di entrare nella vita reale, di svegliarla… anche a noi manca la vita reale, tutto ciò che sta succedendo sembra surreale e speriamo di svegliarci un giorno. In fondo sempre c’è la speranza che vada tutto bene…
Gabriela: “Cara Prof. Anna”
Finalmente posso sedermi tranquilla a scriverle un commento su questo periodo come giusto lei ha chiamato terribile.
Prima di tutto vorrei raccontarle un po’ di me, la mia sciatalgia è passata, purtroppo col lavoro che faccio spesso volentieri mi tocca sollevare alla mia bambina di 80 anni.
Purtroppo nel mese di Aprile ho sofferto due lutti importanti nella mia famiglia, ho perso uno zio per il coronavirus, poi ho perso a Lima una mia nipotina di solo 5 anni a causa di un problema al suo cuoricino; oggi compie un mese della sua scomparsa.
Prof., personalmente parlando questa emergenza l’ho vissuta bene ero l’unica del mio caseggiato che usciva a lavorare, eravamo in poche sulla metropolitana, non mi hanno mai fermato i poliziotti per chiedermi l’autodichiarazione.
Ero fortunata perché i miei datori di lavoro i primi giorni che alle 18 si faceva buio mi prenotavano il taxi alle 19 per tornare a casa, avevano paura che mi succedesse qualcosa perché c’era poca gente in giro.
Il tassista attraversava il centro CASTELLO, DUOMO ARENA, posti meravigliosi illuminati e deserti, un scenario irrepetibile. Per la strada c’era la cultura, l’arte, le statue. Sembrava una città popolata di spiriti.
Ho sofferto vedere i camion dell’esercito trasportare le bare dei deceduti, quella immagine mi ha colpito molto; io qua non ho nessun parente di abbracciare e mi dispiaceva che voi italiani eravate distanti senza potere abbracciarsi né bere un caffe o magari trovarsi per un aperitivo con gli amici.
Bene spero che mi corregga senza pietà.
Grazie mille di tutto.
Buona vita