Il Comune di Milano, in previsione della cosiddetta “Fase 2” successiva a quella dell’emergenza pandemica del Covid-19, ha diffuso, il 27 aprile 2020, un documento aperto al contributo della città, dal titolo: MILANO 2020. Strategia di adattamento.
Quale società, quale comunità vogliamo essere e costruire dopo la crisi?: è questa la domanda cruciale alla quale l’Amministrazione Comunale si propone di rispondere, affermando di voler elaborare una strategia per un periodo che sarà caratterizzato da una radicale modifica degli stili di vita dei cittadini e dell’organizzazione della città. A questo scopo, essa ritiene opportuno non solo avanzare sue analisi e proposte, ma sollecitare la partecipazione di tutta la cittadinanza che viene di conseguenza invitata a contribuire con osservazioni, suggerimenti, pareri e indicazioni a un progetto che riguarda la vita di tutte e tutti.
Centinaia di cittadini e associazioni hanno inviato idee e proposte. E anche noi, Casa delle donne di Milano, che da sempre partecipiamo alla vita della nostra città, abbiamo inviato tre contributi emersi dalle attività e dalle riflessioni effettuate proprio nei mesi di ‘reclusione’ dovuta al Covid-19, contributi che auspichiamo siano stati accolti e inseriti nel documento conclusivo che l’ufficio comunale preposto alla partecipazione pubblicherà nel mese di giugno.
1. Sarebbe utile, in questo momento, prendere in esame, nell’ambito di un convegno internazionale, l’esperienza di alcune delle donne attualmente alla guida delle istituzioni in Europa – a livello municipale, regionale, o nazionale – che si sono contraddistinte per politiche virtuose nella gestione della pandemia. Ciò che ci ispira sono sia i risultati ottenuti nell’immediato dalle misure implementate che la visione più ampia che le sottende, ponendo al centro la cura della salute e della vita delle persone e dell’ambiente. Si tratta di politiche che, a partire da un’ottica di genere, svelano e valorizzano la peculiare posizione delle donne nella società.
2. I risultati del sondaggio su Milano proposto a socie e amiche dalla Casa delle donne di Milano nel 2019, seconda tappa di un analogo sondaggio sulla mobilità di genere realizzato nel 2015, evidenziano, al primo posto, preoccupazione per l’ambiente, la salute e la qualità della vita: “troppo inquinamento”, “troppo rumore”, “troppo traffico”, “poco verde”, sono osservazioni ricorrenti. All’opposto, per quanto riguarda la cosiddetta sicurezza, Milano viene vista come abbastanza sicura.
Un elemento che emerge con forza è la nostalgia dei rapporti di vicinato e della socialità di quartiere che esisteva un tempo: “di sera la città è deserta”, “c’è troppa differenza tra centro e periferia”, “le periferie sono tristi e abbandonate”, “i legami sociali si sono persi”… Numerose critiche si appuntano sull’insufficiente servizio pubblico nelle periferie e di sera.
Dalle risposte al sondaggio emergono un gran desiderio di bellezza come un diritto di cittadinanza vero e proprio, l’importanza di vedere un bel panorama affacciandosi alle finestre e di avere un maggior numero di belle piazze dove sostare, e una forte domanda di più spazi culturali, più centri sportivi, più strutture sanitarie in ogni zona della città.
Ambiente, cultura, servizi sociali, mobilità. Le richieste su questi temi sono chiare e forti. Il desiderio di una dimensione urbana risocializzata, riumanizzata, fatta di rapporti umani e di bei luoghi in cui potersi incontrare.
Sarebbe davvero importante che nella progettazione urbana si desse finalmente spazio a un’idea di città “delle donne”, pensata dalle donne.
3. Chiediamo che la città di Milano indichi una giornata di lutto cittadino per celebrare collettivamente e in varie forme, anche decentrate, quei riti di saluto e accompagnamento nei confronti dei molti defunti per Coronavirus (e non solo) che in questi tre mesi ne sono stati privati.
Ne hanno diritto i defunti e necessità i loro congiunti. La Casa delle Donne di Milano ha parecchie idee su come partecipare a tale giornata.