di Daniela Fantini

L’interruzione di gravidanza volontaria IVG, legge 194, è legale in Italia dal 1978 ed è possibile richiederla entro 90 giorni.
L’IVG farmacologica è possibile in italia solo dal 2010, molto in ritardo rispetto ad altri paesi europei e non è da confondere con la pillola del giorno dopo che va presa 3 o 5 giorni dopo un rapporto a rischio.
La somministrazione di mifepristone (Ru486) e di prostaglandine misoprostolo hanno il vantaggio di non richiedere un intervento chirurgico e di non rendere indispensabile l’ospedalizzazione anche se fino ad ora poteva essere praticato entro 7 settimane ed era richiesto un ricovero di 3 giorni che veniva by passato con dimissione richiesta dalla donna stessa.

L’aborto farmacologico attualmente viene utilizzato solo nel 20% delle IVG, mentre in Europa viene utilizzato nel 90% dei casi.
Pro-choice RICA saluta con soddisfazione l’annuncio delle linee guida in arrivo sull’aborto farmacologico da parte del Ministro della salute Roberto Speranza: una grande vittoria per tutte le donne e un obiettivo che la Rete ha perseguito con una serie di iniziative, fino al presidio a Roma del 2 luglio scorso.

Cade il limite di sette settimane per l’utilizzo della RU486. Ora è consentito l’impiego fino a nove settimane di gravidanza come nel resto d’Europa. Cade inoltre l’indicazione del ricovero ospedaliero di tre giorni durante la procedura ed è consentita, pare, la somministrazione in ambulatorio o consultorio attrezzato.
Sarà necessario investire nella rete dei consultori familiari, e potenziarla, per consentire l’interruzione di gravidanza farmacologica anche in queste strutture, e attuare l’articolo 2 della legge 194 che enuncia contraccezione gratuita nei consultori in tutta Italia. Le istituzioni devono impegnarsi per rendere accessibile anche nei fatti aborto e contraccezione gratuita.

La nuova direttiva, auspicata anche dalle Società Scientifiche e già in uso in molte regioni italiane, oltre a promuovere una maggiore uniformità di comportamento clinico da parte dei ginecologi italiani, consente alle donne di “attenuare” il disagio di una scelta sempre difficile e dolorosa e l’opportunità di accedere subito a metodi di controllo delle gravidanze non desiderate e restare diritti di “carta”.
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