La scomparsa di Rossana Rossanda è una perdita grave e un’occasione per valorizzare la sua lunga vita e i suoi importanti contributi. Riproponiamo e recensiamo brevemente oggi due dei suoi molti testi: l’autobiografia La ragazza del secolo scorso, Einaudi 2005 e la raccolta di articoli Questo corpo che mi abita, a cura di Lea Melandri, Bollati Boringhieri 2018.

Rossana Rossanda
La ragazza del secolo scorso
Einaudi 2005

Copertina 1 (la ragazza...)Rossana Rossanda si definiva con questo titolo, ma oggi molte e molti dicono che invece la sua figura e i suoi messaggi sono più che mai attuali e contemporanei.

Rossana definendosi così voleva anche sottolineare che la sua vita si era dipanata per tutto il corso del Novecento: un’esistenza ricca e molteplice, fitta di impegno, di lotta e di relazioni, con la direzione costante verso un ideale di cui lei stessa diceva: il comunismo ha fatto molte cose sbagliate, ma non è sbagliato di per sé. Certo – aggiungeva lei a più riprese – non era sbagliato a condizione di non separare il comunismo dalla ricerca profonda della libertà, personale e collettiva, un “comunismo libertario” insomma, in dialogo profondo e non sempre scontato col femminismo.

Nella sua autobiografia scrive: “La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così malamente che è impossibile non porsela. Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comunista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: “In questo o in quello non c’entro”. Comincio dall’interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi.
Dopo oltre mezzo secolo attraversato correndo, inciampando, ricominciando a correre con qualche livido in più, la memoria è reumatica. Non l’ho coltivata, ne conosco l’indulgenza e le trappole. Anche quelle di darle una forma. Ma memoria e forma sono anch’esse un fatto tra i fatti. Né meno né più”.

L’autobiografia è preziosa perché mostra appunto l’intreccio tra vita, emozioni e vicende del corpo e scelte, ricerche, condivisioni operate sul piano politico. Ricordiamo qui con gratitudine soprattutto il contributo dato da Rossana sul piano culturale, come responsabile della politica culturale del PCI negli anni Sessanta e come fondatrice del quotidiano Il Manifesto che ancora oggi ha un’importante dimensione intellettuale, artistica e libraria. Grazie Rossana, ti ricordiamo come donna autorevole, indipendente e impegnata, e ti rileggeremo ancora.

Vittoria Longoni


Rossana Rossanda
Questo corpo che mi abita
A cura di Lea Melandri, Bollati Boringhieri 2018

Copertina 2 (questo corpo)Il libro contiene una preziosa raccolta di articoli di Rossana Rossanda pubblicati tra il 1987 e il 1994 sulla rivista Lapis- Percorsi della riflessione femminile, con una postfazione di Lea Melandri, che curava in quegli anni la rivista e coltivava con lei una relazione intensa e interessante.

La vita di Rossana era in dialogo continuo con l’uomo, il suo universo maschile, i suoi “pubblici comandamenti”, ma senza dipendenza, anzi con una magnifica autonomia.

In questi scritti si rivela l’attenzione della grande intellettuale e militante politica per la dimensione essenziale del corpo che é la cosa più concreta che esista, la materia che ogni persona ha immediatamente a portata di mano. Altro che astrazione, come vorrebbero alcuni intellettuali di sinistra!
“Da tutte le parti questo corpo che mi abita e che abito sfugge e mi torna, come se fosse l’anguilla della mia coscienza, un’anguilla attaccata a me.” Quindi, in questi articoli densi di riflessioni politiche e di rapporti dialettici col femminismo Rossana parte sempre dal suo sé corporeo ed esperienziale, regalandoci ricordi e testimonianze personali e riflessioni illuminanti a tutto campo. “La ragazza che sono stata è buffa, ma sono molto indulgente con lei. Mi fanno meno ridere le proiezioni che si fanno su di me – ma, diciamo la verità, mi riguardano? Non mi riguardano. Se scriverò la mia biografia, mi verrà spesso da ridere. Il giorno che il corpo manderà a dirmi: “ Senti, sono stufo, adesso basta”, spero che mi lascerà il tempo di dirgli: “D’accordo. E grazie, mi sono molto divertita”.

Auguriamo a Rossana e speriamo che le cose, ieri 20 settembre, siano andate proprio così.

Vittoria Longoni