di Sara Filippelli e Giuliana Peyronel.
Giovedì 8 aprile 2021 alle ore 18 ci siamo trovate online per parlare della selezione d’archivio “Il gesto delle donne”, le cui immagini sono tratte da 25 fondi filmici conservati da Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna, selezione curata da Giulia Simi e Michele Manzolini.
Il filmato è stato accessibile per alcuni giorni prima e dopo l’incontro tramite un link distribuito con la mail di iscrizione all’incontro.
Erano presenti la curatrice e il curatore del filmato in dialogo con Sara Filippelli, che fa parte della Bibliomediateca della Casa delle donne.
L’opera è un emozionante lavoro di montaggio, che mette a tema il gesto come lavoro, il lavoro appunto delle donne catturato dagli sguardi di cineamatrici e cineamatori nel corso del Novecento: la fabbrica, i campi, la casa, gli uffici, la scuola. Il gesto delle donne, a lungo invisibile, riemerge con la forza delle immagini private. In ordine cronologico le immagini dei fondi filmici ci mostrano questo continuo movimento, quasi perpetuo, fatto di piccoli gesti, repentini o lenti, sguardi in camera con sorrisi e ammiccamenti. Gesti meccanici, gesti di cura, gesti precisi, ritmici, ordinati, intervallati da sorrisi, corpi, e paesaggi che fanno da sfondo a questo continuo movimento.
Le donne sullo schermo sono lavandaie, contadine, operaie, infermiere, maestre, tate, balie, cameriere, pescivendole, ricamatrici, cuoche, domestiche, bariste, sarte, segretarie, artigiane, ricercatrici. Sono madri, mogli, sono figlie, sorelle, amiche. Il lavoro e la cura si fondono insieme, si intrecciano fino a rivelare l’essenza del gesto stesso. Una per tutte l’immagine della contadina che durante la vendemmia apparecchia un pranzo en plein air tra le vigne per le sue compagne e compagni.
Questa selezione, nata per raccontare il lavoro delle donne, in realtà si è spinta molto oltre. Queste immagini ad ogni visione rievocano gesti antichi che ritornano nelle nostre vite quotidiane, gesti che si sono fatti corpo, pensiero. Ad ognuna di noi certo evocano vissuti ed esperienze personali, ma sono anche gesti universali, un codice per interpretare le nostre vite.
Grande è stato l’interesse e intensa l’emozione emersa negli interventi per queste immagini antiche, in alcuni casi arcaiche, ma che tanto ci dicono ancora di noi e delle nostre radici.
L’incontro è stato il primo di un breve ciclo promosso dalla Bibliomediateca su “I gesti delle donne” colti nel lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, nell’arte e nella lotta politica e narrati attraverso vari linguaggi: dal cinema alla fotografia all’arte alla scrittura.
In questo ciclo cercheremo di affrontare le questioni poste da Wanda Tomasi a proposito di un progetto di Carla Lonzi sui gesti delle donne definiti come “cultura femminile di sostentamento dell’umanità”
“Nel modo in cui Carla Lonzi parla dei gesti quotidiani delle donne, risaltano due elementi: in primo luogo, la consapevolezza del valore simbolico di questi gesti, l’importanza cioè del fatto di mettere in parole le pratiche quotidiane delle donne; la Lonzi parla infatti del valore non solo pratico, ma culturale di questi gesti, e definisce questo ambito come ‘cultura femminile di sostentamento dell’umanità’. Questi gesti è necessario metterli in parole per sottrarli all’insignificanza e all’invisibilità a cui altrimenti sarebbero destinati. È necessario far risaltare il loro valore simbolico. In secondo luogo, la Lonzi mette questi gesti sia all’insegna della routine sia dell’arte, sia della ripetizione sia della dimensione estetica. Infatti, questi gesti lei vorrebbe filmarli, farne un’opera d’arte. Alla fine, lei non ha fatto il film che avrebbe voluto sui gesti quotidiani delle donne, ma ci ha lasciato molto su cui riflettere. Ci ha lasciato un buon punto di partenza, sottolineando che c’è una sapienza quotidiana, che è patrimonio soprattutto di donne” (Wanda Tommasi, Sapienza quotidiana e contraddizioni del presente, “Diotima”, 2010, n. 9).