di Grazia Longoni.

Lucia Vasini dà voce all’eroina del Risorgimento con una lettura-spettacolo sabato 12 marzo 2022 alle 20.

Non solo compagna di Garibaldi, a lui legata dalla passione d’amore e dalla passione politica. Anita è una figura straordinaria, coraggiosa, determinata e autonoma anche nei confronti dell’”eroe”.

Ce la racconta, in forma di lettura scenica, l’attrice Lucia Vasini (foto a sinistra), accompagnata dalle musiche della violinista Paola Diamanti (foto a destra), su testo di Silvano Piccardi.

L’idea dell’opera è nata a Ravenna, dall’incontro con le persone che custodiscono la casa-museo Guiccioli di Mandriole, dove Anita morì il 4 agosto 1849, a 29 anni. Era ammalata di malaria. Con Garibaldi e altri patrioti stava fuggendo dai Francesi che attaccavano Roma per raggiungere Venezia, dove si stava organizzando la resistenza contro gli austriaci.

Il testo alterna il racconto di una moderna Lucia che parla con accento romagnolo (l’attrice è originaria di Ravenna) con la narrazione storica di Anita, che parla un italiano inframmezzato da parole in brasiliano. In quella terra infatti la diciannovenne contadina di Morrinhos incontrò nel 1839 Giuseppe Garibaldi e a lui si unì, in amore e in battaglia.

In sella all’inseparabile cavallo, a volte con un neonato in braccio, quattro volte incinta, Anita partecipò in prima persona alle rivoluzioni dei contadini sudamericani per la libertà. Fino al 1848, quando i moti per l’indipendenza spinsero lei e Garibaldi a ritornare in Italia.

Molto poetico è il monologo in cui la febbricitante Anita si rivolge ai suoi figli.

“Io non ho mai giocato a cercare chissà quale avventura o chissà che di straordinario. Tranne vostro padre… tranne te, Josè. Perché tu sì, oh sì!, tu eri straordinario! E io ti ho cercato e voluto, eccome… Ma io ero e sono sempre rimasta una contadina povera del Rio Grande do Sud, forte e libera, certo, e orgogliosa e testarda anche, decisa a difendere la mia dignità. Questo sì. La dignità! Lo capite anche voi, vero bambini?”.

La storia non finisce con la morte di Anita: è il suo corpo stesso, sepolto, trafugato e infine tumulato nel monumento sul Gianicolo, a continuarne il mito e la leggenda.

(Nella foto, l’unico ritratto di Anita, realizzato nel 1845 dal pittore uruguaiano Gaetano Gallino)

Ingresso libero fino a esaurimento posti (50), con Green Pass e mascherina FFP2.

per prenotarsi: https://www.casadonnemilano.it/prenotazione/#Anita
L’incontro potrà essere seguito anche sulla pagina Facebook della Casa delle Donne di Milano:
https://www.facebook.com/CasaDelleDonnediMilano
Info: librarsi@casadonnemilano.itbibliomediateca@casadonnemilano.itinfo@casadonnemilano.it