Noi e il nostro corpo
The Boston Women’s Health Book Collective.

Noi e il nostro corpoA febbraio 2022 la Casa delle Donne di Milano ha organizzato, insieme a Vicky Franzinetti, traduttrice e attivista femminista torinese, un incontro online per parlare insieme di Noi e il nostro corpo/Our Bodies Ourselves 50 anni dopo la sua uscita.

Erano presenti alcune tra le fondatrici del Boston Women’s Health Collective Norma Swenson, Judy Norsigian, che hanno continuato a contribuire agli aggiornamenti del testo (l’ultimo cartaceo è del 2011) e Jane Cottingham, che ha anche contribuito a fondare ISIS – Women’s International Information and Communication Service.

Per la Casa hanno partecipato Filomena Rosiello e Carlotta Cossutta.

Per noi l’incontro è stato estremamente emozionante, anche solo per il fatto di poter entrare in contatto con alcune delle autrici di un testo che, in maniera diversa, è stato fondamentale per le nostre biografie.

La prima edizione italiana, infatti, è del 1974 e ha avuto più di 20 ristampe (ora purtroppo è fuori catalogo) a dimostrazione del successo immediato che ha avuto e dell’impatto fortissimo sul movimento. L’arrivo in Italia del testo è frutto di un incontro tra le esigenze di donne che già si interrogavano sulla propria salute e sul proprio corpo e il lavoro di un collettivo oltreoceano che ha dato forma scritta al proprio modo di rispondere a questa interrogazione.

Nel corso dell’incontro online Vicky Franzinetti ha ricordato Angela Miglietti, la traduttrice del testo, mettendo in luce come tradurre questo libro abbia voluto dire cercare le parole per dirsi, parole fino a quel momento sconosciute.

Ed è questo, pur nelle differenze, che ritroviamo entrambe nel nostro incontro con Noi e il nostro corpo: uno specchio pubblico, un modo di parlare di noi e della nostra salute a partire da noi, un modo di guardarci collettivamente, anche attraverso lo sguardo delle altre, che è stato e continua ad essere rivoluzionario.

Il testo del 1971 ovviamente può apparire datato, ma la forza di questo metodo con cui indagare non solo i fondamentali temi dei diritti e della giustizia riproduttiva, ma anche con cui mettere in discussione il rapporto tra donne e medicina, tra salute e relazione col proprio corpo, rimane profondamente attuale, come testimoniano le continue traduzioni e adattamenti di Our Bodies Ourselves che continuano ad apparire.

Nello scambio online tra Boston e Milano è stato emozionante sentire narrata l’origine del testo, che parte da un bisogno molto concreto di conoscersi, di demistificare le rappresentazioni egemoniche e patriarcali, di avere informazioni attendibili su come abortire o sui metodi contraccettivi, ma anche sulle mestruazioni, sul piacere sessuale, sulla menopausa.

Un bisogno che diventa anche subito il gesto politico di interrogarsi sulla giustizia riproduttiva e su quali forme prenda il controllo dei corpi delle donne. Come ha ricordato Norma Swenson, infatti, non va dimenticato l’intreccio tra proibizione dell’aborto per le donne bianche e sperimentazione di metodi anticoncezionali ormonali o forme di sterilizzazione a Portorico e in Sud America, che ci parla di un modo di guardare ai corpi delle donne solo come veicolo di popolazione.

Un tema di scottante attualità, dato che ci troviamo ancora nel mezzo di una guerra al diritto all’aborto sicuro che attraversa il mondo dagli Stati Uniti alla Polonia, che ci impone di chiederci a che punto sia il movimento per la salute delle donne – e l’incontro online è servito anche a rispondere a questa domanda – e anche la necessità di ricostruire un archivio dei movimenti passati e dei rapporti internazionali di collettivi che lavorano sulla salute iniziati a Roma nella Conferenza internazionale sulla salute della donna del 1977.

A partire da queste riflessioni, è emerso con forza come i collettivi che lavorano sulla salute partendo da sé hanno la capacità da un lato di auto-organizzarsi per poter creare la propria autodeterminazione, dall’altro di chiamare i governi e le aziende a rispondere del loro operato. Anche questo un tema fondamentale in un momento di pandemia, in cui ancora una volta i corpi non maschili sono spesso stati invisibili.

Ora l’incontro è visibile online, in italiano e in inglese, e crediamo sia stata un’occasione preziosa per confrontarsi tra donne di generazioni e luoghi diversi, tessendo fili tra il passato e il presente che ci fanno più forti.

Di seguito i link per ascoltare la registrazione in italiano e in inglese.

It
https://youtu.be/d-_LLh43Izw
En
https://youtu.be/rNCtomWVLA0