Sono Antonella Ortelli, nata nel 1963, vivo e lavoro a Milano. Sono stata socia del Cicip&ciciap, fino alla sua chiusura. Dal 2014 sono socia della Casa delle Donne, dove con un gruppo del Cicip ho seguito Daniela Pellegrini che ha riattualizzato la pratica di autocoscienza.
Svolgo un’attività artistica dalla seconda metà degli anni Ottanta– tra le mostre a cui ho partecipato Politica (del, per o riguardante il cittadino), 8 artiste per l’8 marzo, Conforme Conlenormevigenti segnano il mio percorso d’indagine in cui lo spazio è materia espressiva, il disegno e la scrittura come linguaggi autonomi e intrecciati, il corpo come dimensione di dialogo e condivisione, il femminile e il femminismo, l’impegno politico e civile.
Nel 1991 creo, presso la Sezione femminile del carcere di San Vittore a Milano, il Progetto Casina, che si rivolge alle donne detenute proponendo spazi di relazione e confronto attraverso le arti. Mi affiancano Silvia Truppi, Carla Vendrami e Aldo Rocco, poco dopo Luca Quartana e, dal 2000, Giorgio Zanchetti per la parte critica.
Nel marzo aprile 1997 al Museo di Arte Contemporanea di Curitiba, Paranà Brasile con Carla Vendrami nella mostra “Resa, Trasporto, Abbandono” esponiamo i nostri lavori ed il percorso del Progetto Casina. Tra le numerose iniziative scaturite dal Progetto Casina, oltre a numerosi laboratori, incontri e seminari, ricordo “ ll cenacolo a San Vittore”, una rielaborazione dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, a opera di un gruppo di donne recluse, presso la Sacrestia del Bramante nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano (2007); la tavola rotonda “Progetto Casina.
Arte come relazione nella sezione femminile di San Vittore” nell’ambito della giornata di studi Arte come relazione organizzata dall’Università Statale di Milano (17 dicembre 2018).
Nel 2022 è stato pubblicato dalla casa editrice femminista VandA il mio libro “Senza azione”.
Svolgo dalla fine degli anni 80, in collaborazione con Luca Quartana, la professione di restauratrice di opere lignee.