di Floriana Lipparini.

Venerdì 27 ottobre, alle ore 18:00, proietteremo, nello Spazio da Vivere alla Casa delle Donne di Milano, il documentario della regista Elena Bedei, Il valore di una caramella. Da Bihac a Trieste lungo il cammino degli indesiderati. Un documentario il cui senso possiamo facilmente intuire da queste parole:
“Ho trovato in tasca questa caramella, me l’ha regalata un ragazzo incontrato sul confine della fortezza Europa tra la Bosnia e la Croazia, era sfinito, brutalmente respinto dalla polizia con i suoi compagni di strada. Li abbiamo aiutati come potevamo e lui ci ha regalato delle caramelle”.

Il cammino degli indesiderati è quello della rotta balcanica:
“Più di 350 km separano Trieste da Bihac, cittadina bosniaca sull’ultima frontiera della rotta balcanica prima dell’Europa. Un percorso che gli invisibili fanno quasi tutto a piedi per sfuggire alla polizia croata. È in questi territori, ancora segnati da un massacro di poco più di 25 anni fa, che passa uno degli insormontabili confini della fortezza Europa per molti, troppi esseri umani, che fuggono da altre guerre più o meno sospese, più o meno lontane, più o meno sporche. Ascoltando le storie di chi tenta il game (il tentativo di superarlo), ci si sente a disagio anche solo per avere avuto la fortuna di essere nati dalla parte giusta…”.

Insormontabili confini europei dove, nel silenzio e nell’indifferenza generale, si consumano violenze, abusi e torture che le nostre Costituzioni e le norme internazionali sui diritti umani vietano in teoria nel modo più assoluto, eppure avvengono sistematicamente. Una situazione inaccettabile e crudele in ogni stagione, ma specialmente quando arriva il freddo che non lascia scampo a chi non ha abbastanza per coprirsi, un posto coperto dove dormire, o un pasto caldo.

Nel documentario queste terribili esperienze vengono raccontate da chi le ha vissute personalmente e ci pongono di fronte alla necessità di sentirci responsabili come cittadine e cittadini europei. Impossibile continuare a non vedere, a non sapere, a non reagire. E quindi assume enorme importanza la proposta dell’associazione Stop Border Violence di utilizzare l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) per far rispettare l’articolo 4 della Carta europea dei diritti umani “Stop alla tortura e ai trattamenti degradanti alle frontiere d’Europa”, con l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme in un anno.

L’ICE è uno strumento di partecipazione diretta introdotto nel quadro normativo comunitario dal 2016 ma è scarsamente conosciuto: solo il 2,4% dei cittadini europei lo conosce. Ora, dal 10 luglio di quest’anno, è possibile firmare online la petizione, con un anno di tempo per raggiungere almeno un milione di persone. A quel punto, la Commissione dovrà rispondere alle richieste presentate dalla campagna.

“L‘iniziativa nasce dal basso e senza un budget: l’invito a ogni cittadino europeo è quello di prendersi la responsabilità non solo di firmare, ma di diffondere. Facciamo tutti la nostra parte per mettere fine a quanto succede sui confini europei”, ha dichiarato Francesco Cibati di Stop Border Violence.

Molte associazioni hanno aderito, inclusa la nostra Casa delle Donne di Milano, molte persone hanno firmato ma ancora non basta: facciamo in modo che le firme si moltiplichino per raggiungere il traguardo.

Parteciperà all’incontro Giulia Vicini, avvocata, socia Asgi, esperta di migrazioni.