Sabato 9 dicembre 2023, dalle ore 15:00 alle 17:00, nello Spazio da Vivere, incontriamo le donne del collettivo MAFAPO (Madres Falsos Positivos de Colombia). Interverranno Jacqueline Castillo, responsabile, e Rubiela Giraldo, rappresentante, del collettivo. Contribuiscono il Colectivo Colombia Paz y Justicia Social e l’Associazione Cittadine dal Mondo.
In Colombia tra il 2002 e il 2008 sono state accertate 6.402 uccisioni di civili da parte dell’esercito colombiano nella fase più cruenta della guerra tra il governo colombiano (il presidente era allora Álvaro Uribe Vélez) e le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia).
Gli scomparsi, che in realtà sono migliaia di più, vengono chiamati impropriamente ‘Falsi positivi’, ma le donne di MAFAPO gridano: “Né falsi né positivi: sono crimini di Stato!”.
I morti erano tutti giovani, figli o fratelli di queste donne coraggiose che hanno fondato MAFAPO e che da oltre quindici anni lottano per la verità, la giustizia, la memoria e perché niente di analogo accada mai più.
Ora esse sono impegnate in un tour che tocca sette paesi europei, per dire al mondo che più di 10.000 innocenti sono stati assassinati, mascherati e successivamente spacciati come guerriglieri da militari corrotti, per denaro.
Le donne hanno scelto come simbolo della loro campagna gli stivali. I militari infatti li infilavano ai cadaveri senza badare a quale fosse il destro e quale il sinistro e ciò costituisce una prova del fatto che le divise indossate non erano loro.
Gli stivali compaiono nel logo della loro associazione e, colorati e adornati, sono diventati espressioni artistiche.
Nel marzo 2023, l’attuale Governo della Colombia ha riconosciuto con Atto pubblico la responsabilità dello Stato per queste atrocità. Più recentemente, il ministro della Difesa si è pubblicamente scusato “per i casi di esecuzioni extragiudiziali di cui furono vittime giovani residenti nella Città di Bogotà e del Municipio di Soacha”.
Ciò però alle Madri non basta. Vogliono continuare la ricerca dei corpi degli scomparsi e pretendono la verità: chi ha dato l’ordine?
Abbiamo appreso con commozione dell’incontro delle nostre ospiti con Anna Motta, madre di Mario Paciolla, il cooperante ONU morto in Colombia in circostanze oscure nel luglio 2020: anche lei cerca Verità e Giustizia.
A queste donne, vanno il nostro impegno, la nostra solidarietà e il nostro affetto.