Eccoci ai primi di settembre con tre romanzi recentissimi incentrati su protagoniste che vanno alla ricerca delle identità proprie e altrui. Come l’arancio amaro , prima opera di Milena Palminteri, Bompiani, giugno 2024,  si basa sulla ricerca della verità sulla propria nascita da parte di un’avvocata siciliana di  famiglia altolocata; Oscura foresta, della brasiliana Tatiana Salem Levi, La Nuova Frontiera, marzo 2024, narra una violenza sessuale subìta e il difficile ritorno a se stessa di una giovane architetta, amica dell’autrice che l’aiuta a ritrovare fiducia mediante la parola e la scrittura; C’è chi dice e c’è chi tace  di  Chiara Valerio, Sellerio, febbraio 2024, parte dall’enigmatico ritrovamento del corpo di una donna annegata in modo apparentemente casuale, mentre l’avvocata del paese, sua amica, cerca di ricostruirne la vita e le circostanze della morte. Non si tratta di romanzi gialli, anche se ne replicano alcuni modi: sono ricerche fondamentali sulle multiformi identità femminili, sui problemi e sulle possibilità.

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Come l'arancio AmaroCome l’arancio amaro
di Milena Palminteri,
Bompiani, giugno 2024

Ha molte qualità e molti motivi di interesse questo primo romanzo di Milena (Filomena) Palminteri. La promettente nuova scrittrice ha avuto una formazione giuridica e ha lavorato a lungo negli Archivi notarili, come la protagonista del suo romanzo, Carlotta. Il romanzo parte infatti dal ritrovamento degli atti di un procedimento giudiziario relativo a un processo archiviato da tempo, che alimentano i dubbi di Carlotta sulle modalità della propria nascita.

Qualità, dicevamo.  Il romanzo è ambientato, tra il 1924 e il 1965, in un microcosmo d’invenzione chiamato Sarraca, in provincia di Agrigento: un perfetto prototipo di tanti borghi siciliani, riprodotto con grande vivacità e realismo, con tratti umoristici, critici e saporiti. L’efficace presentazione corale dei personaggi si sviluppa inizialmente tra arance rotolanti e chiacchiere “paesane” dentro una corriera in moto, talvolta ferma per difficoltà del motore in salita. Concorre a immergere nel contesto la frequente riproduzione di parole, frasi, esclamazioni del dialetto agrigentino. Molto piacevoli da assaporare (magari dopo aver un po’ consultato il dizionarietto finale), colorite, espressive e calzanti come solo il dialetto siciliano sa essere, nelle mani di grandi scrittori e scrittrici.

La protagonista Carlotta va alla ricerca della propria identità e delle sue origini e intorno a questo motivo  si coagula la narrazione-  in quattro decenni -dell’ intero borgo siciliano:  stratificazioni sociali ancora quasi feudali,  figure di  massari, artigiani, professionisti, nobiluomini più o meno decaduti, signore altolocate e popolane energiche o rassegnate; maschilismo che impera, nonostante, anzi a causa delle trame di matrone intriganti che lo mantengono ben vivo;  difficoltà delle donne a farsi strada nelle professioni;  omertà e falsificazioni, che alimentano vicende pirandelliane;  rapporto complicato e ambiguo col fascismo, sostenuto per convenienza o avversato sottotraccia;  presenza dominante e immancabile della mafia, sia  locale che globale.

Un importante nucleo di interesse, anche in rapporto al dibattito attuale, è il tema delle falsificazioni che tante volte nella realtà storica sono avvenute nelle nascite, in forme clandestine e con gravi prevaricazioni. Creature che sono frutto di violenze su donne asservite, tolte alle madri clandestine e consegnate e fatte crescere in altri contesti per mascherare sterilità vissute come intollerabili. Gravidanze e parti simulati o nascosti. Silenzio complice, o pietoso, di chi conosce la verità. Una rete pesante di ipocrisia avvolge il tutto.  Le creature che ne derivano sono il frutto vivace e inquieto di innesti tra persone, classi, ambienti diversi, oltre che di cromosomi e di geni variabili; e di molte verità apparenti, menzogne e mezze verità. Naturalmente la mafia in questi traffici clandestini ha messo più che uno zampino: il suo ruolo è determinante.

L’arancio amaro dal profumo straordinario e dal sapore molto aspro è un albero che fa da robusto portainnesto per molte varietà di rami e frutti più dolci e saporiti.  Come metafora, allude agli innesti provocati dalle manovre falsificanti sulle nascite, ma costituisce anche un emblema di forza e libertà femminile, che trova infine nel romanzo più di uno sbocco positivo.

Vittoria Longoni


Oscura forestaOscura foresta,
di Tatiana Salem Levi,
La Nuova Frontiera, marzo 2024

Autrice del romanzo Oscura Foresta, pubblicato a marzo 2024 dalla casa editrice La Nuova Frontiera, è la scrittrice brasiliana Tatiana Salem Levy. Dopo aver vinto qualche esitazione l’ho divorato e poi riletto, e poi tenuto accanto come fosse una pietra incandescente che lampeggiava nel buio e continuava a parlarmi, chiedendomi di essere raccontato. La storia ripercorre lo stupro subìto dalla protagonista dieci anni fa nel 2014, mentre come era solita fare correva nei pressi di Vista Chinesa a Rio de Janeiro, durante un intervallo del suo lavoro in uno studio di architettura, in pieno giorno. Questo è l’incipit.

“Antonia e Martin, amori miei, mentre voi guardate un cartone animato, io mi domando come cominciare questa lettera. Scrivo, cancello, scrivo di nuovo, mi distraggo osservandovi. Mi vengono in mente così tante cose belle che esito a scavare nel passato. Vostro padre, se sapesse che ho preso la decisione di raccontare quanto mi è successo, direbbe lascia perdere (…) . Più di lui, più di tutti, considerai l’oblio come l’unica maniera per andare avanti (…). Ma ci sono cose che, anche dopo essere accadute, continuano ad accadere.” E man mano che ci addentriamo nella storia che procede a salti tra il passato che non passa e il presente pieno di trappole e incertezze, ma anche di insperate risorse, ci chiediamo insieme alla protagonista cosa accade al corpo, dopo? E all’anima? Che fine fanno i dettagli che sembrano così essenziali per rintracciare il colpevole e punirlo? Come resistere al bisogno di lavare via tutto e tornare “come si era prima”, anche se quei gesti cancelleranno prove importanti? Il racconto in prima persona rende vivissima e drammatica la storia dello stupro e di quello che ne segue nella vita della protagonista, e tutto il faticoso e contraddittorio percorso di superamento. Uscirne fuori non significa lasciarsela alle spalle, dimenticare, ma scegliere di non restarne prigioniera per sempre, non a qualunque prezzo.

Solo alla fine ci rendiamo conto che non si tratta di autofiction, non è lei che scrive di ciò che le e’ accaduto. La scrittrice Salem Levy è un’amica della donna vittima di stupro, è lei a scrivere, si può dire che la scrivono insieme questa storia di fuoriuscita dalla foresta oscura, come spiega l’autrice nella nota finale, riportando in chiusura la frase in corsivo che Julia/Joana ha voluto consegnarci: “Non mi vergogno di quello che è successo. Voglio che tu scriva che è successo davvero – e che è successo a me, Joana Jabace.” A noi rimane forte la sensazione che alla fine la vita contiene tutto, la debolezza e la forza, il buio e la luce.

Maristella Lippolis


chi Dice Chi TaceC’è chi dice e c’è chi tace
di Chiara Valerio,
Sellerio, febbraio 2024

Ancora enigmi e identità da esplorare nell’intelligente romanzo di Chiara Valerio, che si apre come un giallo col ritrovamento del cadavere di una donna, annegata nella sua vasca da bagno.  Lea, che fa l’avvocata in piccole cause nel borgo di Scauri e madre di due bambine, é la voce narrante del romanzo; ha conosciuto e ammirato la donna annegata, che si chiamava Vittoria; le sembra inverosimile che si sia trattato di un banale incidente domestico.

Inizia così a scavare nella vita e nella morte dell’affascinante ed enigmatica Vittoria, di cui quasi nessuno conosceva il passato: nota come grande nuotatrice e giocatrice di carte, attiva e benefica collaboratrice della farmacia del borgo, arrivata improvvisamente a Scauri insieme alla giovane amica Mara vent’anni prima. Lea non è semplicemente l’investigatrice, è una donna sensibile e intelligente che nel corso di questa ricerca scopre alcune cose sulla personalità complessa e sfuggente di Vittoria, e si fa domande su se stessa. Verità sempre un po’ parziali e mutevoli, secondo il tempo e la personalità di chi ne parla.

Dire e tacere, rivelare e nascondere, sono dinamiche della vita sociale ma anche parti del mondo interiore di ciascun*. Ci sono aspetti che preferiamo tenere del tutto occultati o sottotraccia anche a noi stess*, con cui a volte dobbiamo improvvisamente fare i conti nelle vicende della vita. Il tutto in un quadro fluido e mutevole che costituisce la cifra stilistica e narrativa del romanzo.

Riappaiono così momenti e aspetti importanti del carattere e della storia di Vittoria: personalità molto forte, sempre “regina delle feste” nei diversi ambienti; donna colta ed esperta nel campo dei farmaci naturali e sintetici, che diventano veleni pericolosi variando i dosaggi; molto generosa ed empatica nelle sue relazioni, saggia nelle sue decisioni sul dire e sul tacere, essa ha preferito lasciare dubbi e misteri sulla sua vita e sul suo decesso, seminando però qua e là alcuni indizi.

Tra i molti aspetti sfuggenti, centrale è quello dell’orientamento sessuale, che può oscillare tra omosessualità ed eterosessualità secondo le fasi, le circostanze e gli interessi del momento; ma anche il binomio inestricabile tra generosità e ricerca della propria soddisfazione e cura della propria immagine. La figura di Vittoria esce da questa ricerca ingigantita e fondamentalmente positiva e ammirevole. Lea, giovane avvocata e moglie e mamma, ne resta affascinata e un po’ perplessa sulle decisioni fondamentali della propria vita: forse non ha mai voluto comprendere le ragioni per cui Vittoria le piaceva tanto, né approfondire i modi di un’amicizia che avrebbe potuto essere una relazione molto più coinvolgente.

Il romanzo apre possibilità e lascia inquietudini.  Ma forse per Lea è più semplice vivere appagata delle proprie dolci bambine a cui preparare cotolette e patatine, e non mettere in discussione la relazione col proprio compagno, con cui si può ridere anche delle reciproche ambivalenze e gelosie.

Il piccolo borgo di Scauri, situato sul mare nel basso Lazio e luogo di nascita dell’autrice, ha potuto coprire e proteggere per decenni nella sua tranquilla quotidianità piccolo-borghese i segreti più profondi dell’esistenza di molti personaggi del libro. L’autrice smuove le acque, alla ricerca di verità profonde, a volte inconfessabili, sia detestabili che ammirevoli.

Vittoria Longoni