Il risultato delle elezioni negli USA sembra aver sorpreso i democratici, le femministe, le/gli attiviste/i dei vari movimenti politici. La scelta di sostenere Hillary Clinton ha pesato sulla vittoria di Trump? E i movimenti delle donne e per i diritti civili hanno forse sottovalutato i problemi sociali quali l’impoverimento delle aree rurali o ex industriali e le conseguenze dell’economia globalizzata? Di questi temi, ma anche delle sue intense poesie, discutiamo via Skype con Robin Morgan attraverso Maria Nadotti, sua traduttrice in Italia, martedì 7 marzo dalle 18,30 alle 20.
Robin è una figura curiosa e straordinaria. È nata in tv, diventando una piccola star negli anni Quaranta a quattro anni, per poi lasciare lo schermo dopo dieci anni di grande popolarità, spinta dal desiderio di scrivere. Approda alla poesia a 18 anni, nel 1959, in quella fase politica che coincide con il risveglio femminista, i movimenti per i diritti civili, l’opposizione alla guerra del Vietnam. Attivista instancabile, Morgan ha scritto saggi (i più noti quelli sulla “sorellanza” tra donne), libri, articoli. Tuttora trasmette via radio in 110 Paesi il programma settiimanale Women’s Media Center Live.
I testi che leggeremo sono scritti sulla situazione politica del dopo Trump e alcune poesie sull’esperienza della vecchiaia lievi, ironiche e piene di forza vitale.