Il lavoro con e per le donne, i progetti, le ricerche, i libri, la formazione compongono una storia professionale e personale di Marina che si sviluppa dagli anni Settanta fino ad ora e quindi dialogare con lei significa non solo ascoltare le esperienze di una protagonista degli studi e delle pratiche di genere nel nostro Paese, ma ripercorrere attraverso i suoi lavori e il suo impegno un pezzo importante della storia della sociologia di genere e del movimento delle donne in Italia e in Europa.
Dallo sviluppo del pensiero della cura e la nascita del gruppo GRIFF, guidato da Laura Balbo, alla Commissione europea sulle medesime tematiche, dalla fondazione dell’associazione GENDER, che si è occupata di ricerca e formazione in particolare sui lavori delle donne e l’intreccio con il lavoro di cura, alla Presidenza della Commissione nazionale per le pari opportunità, ai numerosi libri, tra cui il più noto, Le ragazze di cinquant’anni, l’attività di Marina si è sempre mantenuta fedele al doppio registro di ricerca e studio rigorosi e la pratica diretta con le donne come formatrice e progettista, sempre all’interno del Movimento.
La conosco da molto tempo e abbiamo condiviso insieme momenti di scrittura e interventi formativi e pubblici. Se penso al nostro rapporto mi sembra esso rappresenti quanto ho sentito dire in un breve scambio di battute tra due persone recentemente. Si parlava di invidia, dei suoi effetti anche nelle relazioni tra donne ed è stata indicata l’ammirazione come sentimento opposto e che è in grado di annullare le passioni negative. Ecco, ho sempre ammirato Marina e non ho mai smesso di considerarla una delle mie maestre.
Barbara Mapelli
Martedì 13 novembre alle 18.30 – Spazio da Vivere – Segue aperitivo