Pubblichiamo qui di seguito il manifesto della Campagna internazionale contro la repressione anti-palestinese in Germania e invitiamo tutte le nostre socie ed amiche a firmarla.
Perché?
1. Quanto sta succedendo in Germania succede anche se con meno clamore in altri paesi europei.
2. La stragrande maggioranza dei paesi europei (Italia compresa) ha infatti aderito da anni all’ HIRA (International Holocaust Remembrance Alliancee alla definizione che essa ha dato di antisemitismo: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. […]”.
3. La vaghezza di questa definizione apre una voragine concettuale e politica, all’interno della quale può trovare giustificazione qualsiasi azione repressiva nei confronti di singoli o di organizzazioni.
4. L’antisemitismo è un male antico e molto lontano dall’essere sconfitto. Tuttavia crediamo che non serva a combatterlo l’uso strumentale e distorto dell’accusa di antisemitismo contro i tentativi di diffondere la verità storica su quanto accadde negli anni della fondazione di Israele (Nabka) e contro chiunque denunci i governi israeliani per le violenze, gli omicidi e le politiche che essi oggi attuano nei confronti dei Palestinesi che abitano in Israele e nei Territori Occupati.

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Testo 

Campagna internazionale contro la repressione anti-palestinese in Germania
Noi, organizzazioni sottoscritte, dichiariamo il nostro rifiuto e il nostro sdegno per la costante repressione dello
Stato tedesco contro i palestinesi e il loro organizzarsi in Germania, dal divieto di manifestazioni per la Giornata
della Nakba nel 2022 e 2023, al divieto di manifestazioni per la Giornata Internazionale dei Prigionieri Palestinesi
nel 2023, alla persecuzione di giornalisti, giovani, studenti e studentesse per le loro opinioni e il loro attivismo a
favore della Palestina, fino al recente tentativo di revocare il permesso di soggiorno del coordinatore di Samidoun
Germania, Zaid Abdulnasser, un rifugiato palestinese nato in Siria.
Questa aggressione è rivolta a tutti i rifugiati palestinesi nel tentativo di privarli del diritto di lottare per la loro
liberazione, usando il sistema legale come leva e sfruttando la loro situazione precaria per farli tacere. È un attacco
non solo alla comunità palestinese e araba e ai sostenitori della Palestina in Germania, ma anche al nostro diritto
collettivo di organizzazione politica. Questo è anche un attacco al movimento dei prigionieri palestinesi, dato che
mira alla solidarietà globale con i prigionieri.
Sponsorizzando intense campagne diffamatorie a livello statale contro I palestinesi e le organizzazioni proPalestina e usandole per giustificare i ripetuti divieti di eventi e per demonizzare i palestinesi e gli arabi in Germania
in generale, e a Berlino in particolare – sede della più grande comunità palestinese e araba in Europa – lo Stato
tedesco è disperato nei suoi tentativi di impedire ai palestinesi di organizzarsi e di scendere in piazza a lottare per i
loro diritti.
Lo Stato ha dichiarato che l’impegno di Zaid nella Rete di Solidarietà dei Prigionieri Palestinesi Samidoun e nel
Movimento del Cammino Rivoluzionario Alternativo Palestinese è motivo di revoca della suo permesso di
soggiorno per “protezione dell’interesse pubblico”. Questo mette in chiara luce gli oltraggiosi tentativi della
Germania di reprimere il crescente sostegno alla Palestina in Germania, dove sempre più persone sono
consapevoli e inorridite dai crimini dell’occupazione israeliana, come abbiamo visto nelle manifestazioni popolari
del Maggio 2021, dove centinaia di migliaia di persone in Germania sono scese in piazza esprimendo il loro chiaro
sostegno alla Palestina. Riteniamo che questo sia un attacco in primo luogo alla comunità palestinese in Germania
e un’espressione della retorica anti-palestinese sponsorizzata dallo Stato, nonché della piena identificazione con la
colonizzazione israeliana della Palestina occupata.
Questo è particolarmente importante perché la stragrande maggioranza della comunità palestinese di Berlino è
costituita da rifugiati a cui è stato negato il diritto di tornare nelle loro città e villaggi dal 1948. Il loro impegno per la
liberazione della loro terra e il ritorno alle loro case è un loro diritto naturale e il tentativo dello Stato di reprimerli
fallirà come è fallito negli ultimi 100 anni di lotta palestinese.
Respingiamo questi attacchi e dichiariamo che le nostre voci non saranno messe a tacere. Sosteniamo
fermamente i rifugiati palestinesi in Germania e il loro diritto di organizzarsi e lottare e dichiariamo il nostro
sostegno a tutti i prigionieri palestinesi dietro le sbarre israeliane e per la liberazione della Palestina, dal fiume al
mare. E dichiariamo, con chiarezza e fermezza, che questa forma di repressione statale non riuscirà a mettere a
tacere il nostro sostegno al Popolo palestinese, alla sua resistenza e alla lotta del suo movimento di prigionieri per
porre fine al colonialismo.
Liberate tutti i prigionieri palestinesi!
Abbasso la repressione di Stato!
Viva la solidarietà internazionale!
Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera!

Per firmare clicca su questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSffcsikMQR1lwvPqukzYCQpCzSZwLy28RXY8tYdGNxzlgugOA/viewform