di Maria Pierri.

Le parole di Hossam Abu Safia, dirigente del Reparto di pediatria dell’ospedale “Kamal Adwan” di Jabalia, assediato e bombardato dall’esercito Israeliano da 22 giorni, continuavano a risuonare disperate dentro di me:

Le bombe sono state sganciate da elicotteri sulle ambulanze dell’ospedale… I piani superiori sono sotto il tiro dei cecchini… L’esercito israeliano chiede di evacuare ma coloro che si sono spostati sono stati colpiti durante il tragitto. Non ci sono unità di sangue né strumenti per la cura dei feriti”.*

Reparto dell’ospedale “Kamal Adwan” di Jabalia quando era ancora in funzione

Reparto dell’ospedale “Kamal Adwan” di Jabalia quando era ancora in funzione

 

Ho sempre lavorato in reparti e servizi dedicati ai bambini, anche molto gravi, in anni in cui il nostro Sistema sanitario nazionale garantiva per loro il massimo della possibilità di cura e un decente standard riabilitativo. Sono sempre stata fastidiosamente consapevole che ciò era possibile solo perché io e i miei piccoli pazienti, in questa società organizzata sull’ingiustizia sociale, eravamo nati nella parte “giusta” del mondo.

E adesso come raccogliere questo disperato appello? Come andare avanti nella mia piccola, confortevole quotidianità senza cambiarla almeno un attimo per dare eco a queste parole? È nato così, in un comune sentire con le donne del Gruppo Gaza, il piccolo flash mob, velocemente organizzato mercoledì 23 ottobre 2024 davanti alla Chiesa dell’Incoronata alla fine di Corso Garibaldi a Milano.

Una goccia insignificante, certo, ma tante persone si sono avvicinate a noi. Le parole del medico palestinese sono state raccolte dalle loro mani e ascoltate. Anche dai poliziotti gentili che si sono avvicinati a noi, chiamati da qualcuno che ancora considera un disturbo alla sua vita ascoltare il nostro lutto per il popolo palestinese.

Ma, di fronte alla portata del genocidio in corso, come dice la psichiatra Samah Jabr, “l’urgenza è salvare la nostra umanità morente, che non ha saputo preservare la vita degli abitanti di Gaza, incoraggiare la compassione e riaffermare i valori che ci definiscono come esseri umani. Salviamo la nostra umanità dalle macerie di Gaza”**.

Samah Jabr parlerà con noi alla Casa delle Donne sabato 9 novembre, alle ore 10:30. nell’ ambito degli incontri organizzati dal Gruppo Gaza.

*https://www.kuna.net.kw/ArticleDetails.aspx?id=3189841&language=en
**Samah Jabr, Il Tempo del Genocidio (Sensibili alle foglie, 2024).