di Grazia Longoni
C’è una differenza tra la dimensione privata, soggettiva dell’amicizia tra donne, e la sorellanza, che viene spesso usata dal femminismo in ambito politico? È ancora utile, alle generazioni attuali, la pratica della sorellanza? È poi davvero solo una pratica privata l’amicizia tra donne o non è stata, anche nel passato spesso un’impresa politica? Sono domande che non hanno una risposta scontata e sollevano un nodo importante della relazione tra donne.
Lo affronta l’ultimo numero della rivista Leggendaria, che presentiamo alla Casa delle Donne lunedì 18 dicembre 2023 alle 18. Ne discutono Silvia Neonato per Leggendaria, Sara Filippelli della Bibliomediateca della Casa delle Donne e Filomena Rosiello, psicoanalista junghiana e socia della Casa.
Un punto da cui partire è lo scarso peso che storicamente la letteratura e la cultura hanno dedicato all’amicizia femminile, privilegiando quasi sempre la presunta “rivalità” tra donne. In competizione nei confronti dei maschi e del maschile, ovviamente.
Più recentemente però c’è stata molta attenzione al tema, dimostrata da alcuni film e romanzi popolari, dal classico Thelma e Louise ai lavori di Elena Ferrante e alla serie tv L’amica geniale, fino al recente C’è ancora domani di Paola Cortellesi.
Com’è suo costume, la rivista parte dalle piste letterarie e filosofiche: negli ultimi anni sono usciti innumerevoli libri sul tema, tra cui Nessuna come lei. Katherine Mansfield e Virginia Woolf. Storia di un’amicizia di Sara De Simone, Sorelle di Monica Farnetti, La via delle sorelle di Gaia Manzini, il volume Tra amiche curato da Ivana Margarese (Edizioni Les Flâneurs), testi in cui si intrecciano storia, filosofia, mito, psicoanalisi fino alla più recenti riflessioni di pensatrici come Maria Zambrano, Hannah Arendt, Donna Haraway, Adriana Cavarero e altre.
Tutto ruota, come sempre, intorno al tema del “personale è politico”.
Nell’esperienza di noi donne, l’amicizia con altre è un elemento generativo, che comprende l’affidamento, il riconoscimento e la valorizzazione reciproca, il darsi forza, qualcosa che forse somiglia all’amore, ma si colloca su un piano diverso nelle nostre vite, altrettando indispensabile.
E la sorellanza? Secondo il Collettivo Officina Femminista, che interviene su Leggendaria, “è uno spazio politico in cui le persone che si riconoscono donne decidono di attuare insieme pratiche di depatriarcalizzazione della realtà”. Declinata in ottica transfemminista, la sorellanza è quello che unisce soggettività multiple unite da un comune orizzonte intersezionale: “mia sorella è curda, cilena, palestinese, nigeriana”.
Ma c’è il rischio che questa sorellanza elettiva, politica, senza scambio corporeo, rimanga a un livello assertivo, generico e astratto? Lo ipotizza per esempio Adriana Cavarero.
E qualcuna si chiede se questa “poca narrazione, poca autocoscienza, eccessivo uso di categorie” non possa essere una chiave di lettura della conflittualità attuale all’interno del femminismo.
L’immagine nella homepage è tratta da “Pratica di volo” di Gaia Maggio.