In questi giorni sono diverse le iniziative organizzate in occasione di quella che viene comunemente indicata come Giornata contro l’omofobia, dando per assodato che questo termine rimandi anche a fenomeni diversi tra loro quali la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.
Fenomeni che alla Casa delle Donne vogliamo nominare in quanto ciascuno rivela una forma specifica di discriminazione, come racconteranno domenica Eva Schwarzwald, Milena Cannavacciuolo ed Helen Ibry. In un paese che quotidianamente veicola sessismo, machismo, xenofobia e violenza, essere donne equivale spesso ad essere soggetti subalterni. Di conseguenza, essere lesbiche, bisessuali o transessuali significa combattere un’ulteriore battaglia contro stereotipi che ci vorrebbero necessariamente al servizio degli uomini e più predisposte al lavoro di cura non retribuito. Le nostre identità sessuali sono descritte dai media in modi che non ci rappresentano.
Ma è anche vero che qualcosa sta cambiando, come sostiene Milena Cannavacciuolo, responsabile di Lezpop.it, il blog più seguito dalle lesbiche italiane e non solo. I giovani, ad esempio, si appassionano a quelle serie tv che non descrivono più omosessuali e transessuali come persone destinate ad una vita infelice e solitaria, ma come modelli positivi e popolari, nei quali possono riconoscersi tutti e non solo chi è discriminata/o.
Ma soprattutto sono fondamentali gli interventi formativi delle associazioni nelle scuole (spesso osteggiati, come nel caso dei libretti Unar ritirati),ed il lavoro con le seconde generazioni lgbtqi, temi di cui parleranno Eva Schwarzwald ed Helen Ibry, che insieme ad altre/i hanno partecipato a Rainbow, un progetto per promuovere la cultura delle differenze.
Vi aspettiamo domenica alle 16 alla Casa!
Chiara Zanini