Sono colf, badanti, assistenti, quasi tutte donne, più di un milione e mezzo in Italia. Si prendono cura degli anziani, dei bambini, delle nostre case. Ma l’emergenza Covid 19 ha scoperchiato l’altra, strutturale emergenza in cui si trovano. Molte di loro sono prive di tutela sanitaria, previdenziale, lavorativa. Per due terzi sono straniere, a volte irregolari, comunque impossibilitate a ritornare nei Paesi d’origine. Se perdono il lavoro (magari per la morte dalla persona assistita) perdono anche la casa.
Il primo decreto “Cura Italia” non le aveva previste, ora sembra che qualcosa si muova. Ma non ci sono certezze ed è importante continuare a fare pressione perché vengano tutelate.
Soprattutto, è importante per il futuro garantire una condizione strutturale che consenta loro di emergere dal lavoro irregolare e non riconosciuto, di accedere a forme di protezione sociale ed economica.
Si tratta in sostanza di porre fine alla discriminazione che subiscono nei confronti delle altre categorie, come del resto prevede la Convenzione 189 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro che l’Italia ha firmato nove anni fa.
Il 1° maggio è una buona occasione per riflettere su questo aspetto della condizione di lavoro, che riguarda tante donne e tante famiglie.
Venerdì 1° maggio, ore 18
Con Grazia Longoni discutono on line:Claudia Alemani (ricercatrice Università degli Studi di Milano Bicocca) che, con Raffaella Sarti (Università degli Studi di Urbino), ha firmato insieme ad altre l’appello per una “democrazia della cura”; Silvia Dumitrache, presidente dell’Associazione Donne Romene in Italia; Luciana Mastrocola, Filcams-Cgil nazionale, responsabile per il settore colf e badanti; Emilia Piccolo volontaria Camera del NON Lavoro Milano
Per partecipare, bisogna iscriversi inviando una mail a comunicazione@casadonnemilano.it.
Riceverete i codici e le semplici istruzioni per entrare nell’incontro attraverso la piattaforma Zoom.