Milena era…già usare il verbo al passato è incredibile. Come si può comprendere che da un giorno all’altro una persona così non ci sia più? Milena era…
Milena Simonetti Maiorino era una donna di talento, che si muoveva in mezzo a noi con grande semplicità. A 80 passati, era giovane. Curiosa di cose e persone nuove, amava la sua vita, il marito, il figlio, gli amici, le amiche, l’arte, i fiori, i gatti. Era soddisfatta, diceva: cosa voglio di più? Ho avuto una bella vita, un bel lavoro, ho guadagnato, mi sono divertita. Sapeva stare al mondo. Continuava a lavorare, trafficare, fare progetti. Era sempre contenta. “Come fai?” “Sono felice dentro”. Aveva avuto e ridato amore. Spargeva gioia intorno intorno a sé.
Nel nostro laboratorio era la Maestra Modellista. La sua passione per i materiali e per le tecniche le consentiva di impegnarsi seriamente sul rammendo di una camicia logora con lo stesso rispetto che si dedica a un capo di seta preziosa. Amava il rumore delle forbici che tagliano la tela.
La sua esperienza di imprenditrice le consentiva di seguire più persone contemporaneamente. Dava retta a tutte, sapeva incoraggiare anche le più inesperte, apprezzando i loro sforzi nonostante i risultati modesti. Per lei la frase “Non sono capace” non esisteva. “Prova, ti aiuto io”
Cercava e sollecitava un lavoro ben fatto, che richiede tempo e pazienza, con il detto milanese: “Fa e disfà, l’è tutt un laurà”. Era contemporaneamente superlativa e umile. Innamorata delle cose belle, muoveva insieme testa, mani e cuore per aiutare le altre a dare forma ai piccoli desideri del quotidiano, a godere delle piccole soddisfazioni che alleggeriscono e rendono piacevole il tempo della vita. Non si scoraggiava per le difficoltà, lasciava correre sulle questioni, badando al concreto.
Era allegra, disponibile, generosa, creativa. Tutte la cercavano: “Sentiamo Milena. Aspettiamo Milena. Chiediamo a Milena. Quando viene Milena?” Era l’anima del laboratorio. Ci eravamo abituate alla sua presenza, al suo sorriso. Una socia ha detto: “Quando arrivava lei nel gruppo entrava il sole.” Ci siamo sentite improvvisamente orfane di una sorella.
La cerimonia di commiato si è svolta alla Chiesa dell’Incoronata: una liturgia di parola rispettosa dei non credenti. La citazione di un antico testo biblico (Proverbi, cap. 31, versetto 10) ci ha colpito perché sembrava dire di lei:
Forza e dignità sono la sua veste;/ ridente va incontro all’avvenire./ Apre la bocca con saggezza;/ per la sua lingua la dolcezza è legge.
Non un “angelo del focolare” dunque, ma una donna forte, un’imprenditrice capace, saggia, non sottomessa ad alcuno. E così ricorderemo Milena: una donna libera, che non aveva bisogno di un’etichetta per essere definita. Generosa e amata da tutti. Era Milena e basta. Insostituibile.
Per il gruppo Laboratori delle Arti Manuali Creative della Casa delle Donne
Margherita Salvadori