Bookcity 2024 nello Spazio da Vivere, 16 novembre 2024.

Anche quest’anno la Casa delle donne di Milano partecipa all’edizione di Bookcity. La Casa è presente all’evento nella sola giornata di sabato 16 novembre, a partire dalle 11:30 fino a sera inoltrata.
Il focus  di Bookcity 2024 è Guerra e pace: un tema che ci sta molto a cuore in questi anni di conflitti particolarmente insensati e feroci, mentre le organizzazioni internazionali stentano a trovare i modi per farle cessare, avviare trattative efficaci e proteggere le popolazioni facendo valere il diritto internazionale.
In particolare ci indigna oggi la strage che colpisce la popolazione palestinese, tra bombardamenti, blocco degli aiuti e delle agenzie internazionali che tentano di soccorrerli: persone stremate dalle bombe, dalla distruzione sistematica delle case, dei rifugi e delle strutture, dalle continue uccisioni, dalla fame, dalla miseria e da continui spostamenti forzati che non bastano neppure a garantire la sopravvivenza. Chi ne soffre di più, purtroppo come sempre, sono le donne e i bambini.
A questa tragedia, e alla tenace ricerca di soluzioni pacifiche e di dialogo, dedichiamo in particolare tre eventi.


Sabato 16 novembre, ore 11:30-13:00C’è chi combatte per la pace e la liberazione collettiva, sui due fronti
Presentiamo e discutiamo il libro Combattenti per la pace. Palestinesi e israeliani insieme per la liberazione collettiva, a cura di Daniela Bezzi (Multimage, 2024).
Introducono Filomena Rosiello e Vittoria Longoni.
Infonews@casadonnemilano.it 

Abbiamo la possibilità di incontrare di persona due giovani donne eccezionali e, nonostante tutto, serene:
Eszter Koranyi (codirettrice israeliana) e Rana Salman (codirettrice palestinese), che ci parleranno delle esperienze condotte in questo periodo difficilissimo dal movimento Combattenti per la pace, che unisce persone palestinesi e israeliane, convinte che la sola alternativa alla guerra è fare la pace. Si tratta di donne e uomini, giovani e anziani, attivissimi anche nelle diaspore palestinesi e israeliane nel mondo: un movimento ampio e poco conosciuto, che potrebbe essere il prototipo di una futura società binazionale.
Sembra quasi impossibile che oggi tutt* quest* combattenti nonviolent* possano agire in pieno accordo tra di loro con eventi, mobilitazioni contro gli insediamenti in Cisgiordania, occasioni di dialogo, riunioni congiunte. Del movimento fanno parte renitenti alla leva, disertori e molte altre persone che hanno compreso sulla loro pelle che la guerra non può essere la soluzione al conflitto secolare: conduce solo a inasprire le vendette e le atrocità. Nelle loro pratiche coraggiose si può intravedere qualcosa delle possibili soluzioni future.


Sabato 16 novembre, ore 18:00-20:00Due romanzi controversi, un’autrice palestinese e una israeliana
Presentazione di: Un dettaglio minore (La nave di Teseo, 2021) della palestinese Adania Shibli, e Borderlife (Feltrinelli, 2017) dell’israeliana Dorit Rabinyam.
Partecipano: Monica Ruocco (traduttrice del romanzo di Shibli), Bianca Ambrosio (Fondazione CDEC) e Sara Ferrari (Università degli Studi di Milano).
Conducono Marilena Salvarezza e Vittoria Longoni.
L’attrice Tania De Domenico leggerà alcuni brani tratti dal libro.
Info: librarsi@casadonnemilano.it

Nella prima parte del testo di Shibli, il protagonista è un giovane ufficiale israeliano che a capo di un contingente di soldati deve “ripulire” da palestinesi, arabi e beduini un territorio desertico di conquista. È un personaggio nevrotico, con manie di pulizia, ossessionato da un nemico sfuggente. In uno stato di costante allarme, viene punto da un insetto o da uno scorpione che gli procura una lesione molto grave. Coi suoi soldati incontra a e stermina un pacifico gruppo di beduini riuniti coi loro dromedari accanto a una sorgente. Catturano una giovane beduina, unica superstite del gruppo, che diventa oggetto della violenza di tutti i soldati.
La protagonista della seconda parte è una giovane palestinese di Ramallah, perseguitata dai mille assurdi divieti imposti dagli occupanti. Viene a conoscenza della violenza subìta dalla giovane beduina, assassinata dall’ufficiale israeliano nello stesso giorno (a distanza di decenni) della sua nascita. Si mette in viaggio per tutta la Palestina cercando la verità profonda su questo fatto, quella vissuta dalla vittima. Anch’essa è una persona fragile e insicura, ma si inoltra in questa ricerca spinta da una motivazione forte e dall’impossibilità di tornare indietro.
Il romanzo doveva essere presentato e premiato alla Fiera del libro di Francoforte a pochi giorni di distanza dal 7 ottobre 2023, ma è stato improvvisamente e immeritatamente  censurato e cancellato dal programma.
Il romanzo di Dorit Rabinyam narra la storia di un amore fortissimo che unisce una ragazza israeliana e un giovane palestinese, mentre entrambi si trovano a New York. Nonostante possano avere idee diverse, i due giovani hanno un’intesa straordinaria che si intensifica col passare dei giorni.

Il ministero dell’istruzione pubblica di Israele ha boicottato la presenza di questo romanzo nelle scuole, considerando addirittura “nociva” per i giovani questa storia di amore tra persone di diversa appartenenza. La storia d’amore fra la israeliana Liat e il palestinese Heilmi ha al suo cuore proprio il conflitto identitario. I due amanti si incontrano a New York, due anni dopo la distruzione delle torri gemelle (la stessa Liat viene scambiata per una terrorista araba dalla polizia). La loro storia diventa anche un’allegoria del confronto fra i due popoli. Liat è israeliana, con genitori che hanno vissuto in Iran, è di famiglia agiata, ha potuto godere di libertà e di opportunità. Hilmi è vissuto nell’oppressione e nella povertà, è stato quattro mesi in prigione per aver dipinto un murales con la bandiera palestinese, non ha mai visto il mare nonostante la vicinanza di Gaza. Il luogo dove si nasce per i palestinesi diventa una condanna a vita. Il loro amore si muove in un orizzonte impossibile; con consapevolezza inesorabile da parte di Liat, con ostinata speranza da parte di Hilmi. Nel tragico finale Hilmi morirà proprio nelle acque che non aveva mai conosciuto, per salvare altri. Ancora un’amara metafora di una condizione impossibile. Eppure è evidente che solo l’amore e non l’odio ha una chance di avvicinamento.

Dorit Rabinyan ha espresso in varie interviste la sua posizione: “La diversità è un valore ma una parte della nostra natura umana è storicamente restia ai cambiamenti. I confini non sono solo limiti ma anche forme di protezione dall’esterno. In Israele abbiamo bisogno di confini e muri ma ciò che dovremmo capire è che i muri esprimono paura e con la paura non potremo mai essere liberi” (intervista di Francesco Musolino, “Gazzetta del Sud”, 13 settembre 2013).

Si tratta di due romanzi molto belli, che hanno subito rifiuti e divieti perché toccano nodi scottanti delle relazioni tra israeliani e palestinesi. Censure profondamente ingiuste per testi che con grande efficacia narrativa e stilistica rivelano aspetti importanti nella storia e nelle relazioni tra i due popoli.


Sabato 16 novembre, ore 20:00Le donne raccontano: esperienze di vita in Palestina e Israele
Presentazione di: Palestina Israele. Parole di donne, a cura di Alessandra Mecozzi e Gabriella Rossetti (Futura editrice, 2024).
Saranno presenti le curatrici che racconteranno della loro raccolta di interviste a donne palestinesi, israeliane e italiane che si oppongono all’occupazione e alla furia genocida contro la popolazione palestinese dell’esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania.
Dialoga con le autrici Bruna Orlandi.
L’attrice Laura Marinoni leggerà alcuni brani tratti dal libro.
Info: gaza@casadonnemilano.it

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