Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile, le donne hanno manifestato nel centro di Milano davanti alla sede delle società di Alberto Genovese.
L’imprenditore è in carcere con l’accusa di aver drogato, rapito, seviziato e stuprato una ragazza di 18 anni che lo ha coraggiosamente denunciato.
Un gruppo di donne della Casa delle Donne di Milano, che fa parte della rete di Non Una di Meno, si è recato in via Speronari, dove si trovano gli uffici delle società Brumbrum e Prima Assicurazioni, di cui Genovese è il primo azionista, per partecipare a una conferenza stampa.
La richiesta è che il patrimonio di Genovese sia sequestrato e devoluto ai centri antiviolenza. Inoltre, durante la conferenza stampa è stato lanciato un appello, che sarà rilanciato
sabato 28 novembre alle 15 di fronte al Palazzo della Regione Lombardia,
perché venga realizzata a Milano una “zona fucsia” con un’azione collettiva per liberarsi dalle violenze fisiche e psicologiche, dai condizionamenti, dai ricatti lavorativi e dalle mancanze di servizi sanitari.
Genovese non è una mela marcia isolata. I dati di questi giorni confermano che i numeri dei femminicidi sono peggiorati in Italia nel periodo del lockdown: 104 da gennaio 2020, di cui 44 negli 87 giorni del primo lockdown: uno ogni due giorni.