di Paola Redaelli.
Solo 8 mesi fa, nel giugno 2023, dopo l’ennesimo bombardamento israeliano, la Casa delle Donne di Milano ha ospitato un incontro con le esponenti italiane del Progetto donne del Gaza FREEstyle di ritorno dalla Palestina e con le attiviste palestinesi del Comitato per la costruzione della Casa internazionale delle Donne di Gaza (in collegamento da là).
Il progetto, di cui si era discusso un anno prima proprio a Gaza tra attiviste/i italiane/i e palestinesi al Forum delle Donne tenutosi nella Striscia, stava giungendo in porto. Tra mille difficoltà, alla fine, il terreno era stato acquistato. I lavori per la costruzione della Casa sarebbero iniziati a breve.
Ora quel terreno è devastato dalle bombe e le ragazze e i ragazzi del Comitato ancora in vita sono “profughi”.
Sotto le bombe è morto anche il progetto della Casa. Come tanti altri progetti di vita, incontro, scambio, speranza nati dalle centinaia di migliaia di giovani rinchiusi nella Striscia.
Dalla vita, sia pure con infiniti limiti, si è tornati alla sopravvivenza. Come è successo ripetutamente negli ultimi 75 anni ai palestinesi, donne e uomini. E di conseguenza alla necessità di un impegno (da parte nostra) per rendere – almeno quella – possibile.
La “nuda vita” delle ragazze e delle donne palestinesi ogni mese fa i conti con le mestruazioni.
Per questo abbiamo condiviso con convinzione il progetto delle donne del Gaza FREEstyle – con Le Sberle, De Gener Azione, Ambrosie – di raccogliere assorbenti per loro, ben consapevoli dell’infinito disagio e dei pericoli per la salute che comporta il non poter disporre in quei giorni di protezioni che assorbano il flusso mestruale, per non parlare di acqua e sapone. Ben sapendo dei rischi che comporta l’assunzione “anarchica” di pillole anticoncezionali o d’altro tipo, peraltro ormai introvabili tra le rovine di Gaza.
Alla Casa delle Donne di Milano sono dunque arrivati pacchi e pacchi di assorbenti igienici, non solo da Milano, ma da varie città d’Italia.
Noi li abbiamo confezionati in scatoloni adatti ad essere stivati in un container. Circa 120 scatoloni che, insieme a molti altri, verranno inviati in Egitto da AOI-Cooperazione e solidarietà internazionale.
Temiamo che sia necessario ripetere ancora questa raccolta.