di Alessandra Orlando.
Sabato 20 aprile 2024 siamo state felici di aprire le porte della neonata Palestra Femminista per la presentazione del libro “Fondamentali. Storie di atlete che hanno cambiato il gioco”. Abbiamo accolto l’invito di Alaska, libreria indipendente e vivacissima in quel di Affori, che ha fortemente voluto questo momento proprio all’interno della Casa delle Donne di Milano.
Sono intervenute due delle autrici, Elena Marinelli e Alessia Tuselli, che insieme a Giorgia Bernardini, che cura anche l’introduzione, Olga Campofreda e Tiziana Scalabrini hanno composto cinque sezioni di questo libro, che da subito si pone come una opera di squadra.
Collettiva e ritmicamente scandita in cinque set tematici: corpo, sangue, icone, movimento, talento. Al centro del libro la tematica delle donne che praticano sport agonistico, la loro visibilità, o invisibilità, i loro racconti, le loro biografie, la loro eterna, fino ad ora, seconda posizione rispetto ai colleghi maschi.
Elisa Virgili, filosofa politica di formazione e boxeur per passione, ha moderato una chiacchierata davvero ricca di spunti e sorprese. Già, lo sport. Perché è così interessante parlare di atlete, competizioni, equità competitive e discriminazioni di genere in questo ambito? Lo sport, ci ricorda Elena Marinelli, scrittrice ed ex tennista, nasce come spazio maschile, è una società, un mondo che tiene dentro altri mondi; ha quindi il potere di quadruplicare tutti gli aspetti problematici che l’ingresso delle donne ha fatto emergere. Le donne portano nello sport un corpo non previsto, un corpo che sanguina, un corpo che la biologia destina alla procreazione e quindi scardina da subito paradigmi e certezze.
Alessia Tuselli, sociologa e ricercatrice presso l’Università di Trento ed ex pallavolista, ha raccontato la storia incredibile e paradigmatica di Caster Semeneya, atleta sudafricana che ha subito esclusioni e sospensioni dalle gare per sospetta non appartenenza al genere femminile. Una donna nera, di una nazione del sud del mondo, lesbica, portatrice di una fisicità non conforme al modello bianco, cis, etero che ha messo in crisi un intero sistema, e la cui vicenda ancora oggi dopo 14 anni di sentenze e tribunali di ogni tipo, attende una conclusione giudiziaria.
Sì perché per poter capire se Semeneya poteva o non poteva gareggiare con le donne era necessario capire chi è una donna e quali sono i parametri biologici che la definiscono.I genitali, il livello di testosterone, I cromosomi? Ecco che allora l’incredibile – vi rimandiamo alla lettura del libro – vicenda sportiva, umana e giudiziaria di Caster Semenya mette in campo una domanda che rimane aperta per tutte, chi sono le donne? E ancora, siamo binari o non lo siamo, possono le donne gareggiare con gli uomini e le atlete trans? E’ un pregiudizio o una evidenza scientifica che i livelli di testosterone nel sangue siano davvero un vantaggio competitivo? E cosa è di fatto un vantaggio competitivo, in un mondo dove la possibilità di allenarsi in maniera efficace, e quindi vincere, è un fattore di classe più che biologico?
Elisa Virgili ha moderato un dibattito interessantissimo, e le domande da parte del folto pubblico sono state tante. Per la ricchezza di contenuti vi rimandiamo al libro, tra poco presente anche in bibliomediateca.
A noi Bradip, donne della Palestra Femminista, l’onere e l’onore di aprire e chiudere il pomeriggio, ricordando le consonanze del nostro programma con molte delle parole emerse: la centralità del corpo per ogni politica di riflessione sul genere. Un corpo sempre citato, ma spesso dimenticato, da molte correnti del pensiero femminista come ha ricordato Tuselli. Un corpo che nello sport, e nell’attività fisica non agonistica cerca un respiro, una connessione, un pensiero in movimento.
Come in Palestra cerchiamo di praticare un femminismo incarnato, di generare un cambio di gioco, anche le scrittrici del libro, raccontando di atlete, cambiano a loro volta il gioco. Presentandosi come donne, scrittrici, ricercatrici e sportive contemporaneamente.
La pratica dello sport, ricorda Bernardini nell’introduzione, ha nutrito e sostenuto la sua pratica di scrittura. Il ritmo, l’allenamento diventano anche scuola di un’altra messa in campo, quella testuale, ed ecco allora che non è fuorigioco ricordare anche le apripista del giornalismo sportivo. Annamaria Ortese, tra tutte. Dunque “Fondamentali” è un testo fondamentale, per aprire questo mondo anche a chi non lo conosce: donne nello sport, donne scrittrici, donne scrittrici di sport.
I fondamentali, ricordiamolo alla fine, sono le sequenze di movimento che ogni atleta deve introiettare nel corpo, per progredire nella disciplina. Fondamentali le storie di donne tratteggiate nel libro Caster Semeneya mezzofondista Marta Vieira da Silva calciatrice, Alexandra Ndolo, schermitrice, Cecilia Zandalasini cestista, che hanno tracciato vie, indicato orizzonti, aperto piste.
Fondamentali anche i discorsi che il libro fa emergere e che sabato pomeriggio, come in un gioco di scatole cinesi, ne aprivano mille altri. Segno che c’è ancora molto da dire e da discutere in questo campo.
“Fondamentali. Storie di atlete che hanno cambiato il gioco “di Giorgia Bernardini, Olga Campofreda, Elena Martinelli, Tiziana Scalabrin, Alessia Tuselli, 66thand2nd, 2024