di Silvana Galassi e Carlo Modonesi
(Aracne editrice, 2017)
L’Antropocene è l’epoca che stiamo vivendo, da anthropos, essere umano e kainos, recente.
Termine divulgato dal premio Nobel per la chimica atmosferica Paul Crutzen, per definire l’epoca geologica in cui l’ambiente terrestre, inteso come l’insieme delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge ed evolve la vita, è fortemente condizionato a scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana. Come scritto nel nome, è l’epoca in cui l’uomo rimodella la Terra, modificandone i sistemi fondamentali e ottenendo un’influenza decisiva sull’ecologia globale.
Questa organizzazione umana, il libro parla con un paradosso di “animale culturale”, è divenuta forza geologica in grado di modificare i sistemi del pianeta. Entro il 2021 ci sarà la proposta formale dell’AWG, Anthropocene Working Groupe, alla Commissione Internazionale di Stratigrafia di aggiungere l’Antropocene come nuova epoca geologica della Terra. L’Olocene, iniziato nell’ultima parte del periodo Quaternario dell’Era Cenozoica, 11.500 anni fa, comprensivo di gran parte dello sviluppo della civiltà umana, è da considerarsi concluso. L’inizio della nuova era potrebbe coincidere con la metà del ‘900, da quando è possibile individuare nelle rocce la presenza
di radionuclidi provenienti dalla detonazione della prima bomba atomica della storia e soprattutto inizia la “grande accelerazione”, fase storica caratterizzata da un’esponenziale crescita demografica e dall’abnorme aumento dell’utilizzo di combustibili fossili e di agenti chimici.
Nel presente libro, Ecologia dell’Antropocene, 2017, gli autori. Silvana Galassi e Carlo Modenesi, docenti di Ecologia ed esperti delle relazioni uomo-ambiente, mettono a nudo le contraddizioni e i danni della prima e seconda rivoluzione cosiddette “verdi”, la drastica modificazione del paesaggio e del regime alimentare, l’agrobusiness di fertilizzanti e pesticidi, le modificazioni genetiche e
l’accaparramento dei semi, coi relativi influssi sull’agricoltura, l’ambiente, la salute.
Ed evidenziano che sono le donne dei paesi in via di sviluppo per il 60-80 % a provvedere alle necessità alimentari dei loro popoli; le più svantaggiate, le più analfabete garantiscono ancora le tradizioni millenarie della loro cultura e nell’idea forte del legame sacrale col mondo naturale, difendono i semi locali, preservano la biodiversità e l’ambiente. Come scrive Vandana Shiva: “La sapienza agricola femminile si è evoluta nell’arco di 5000 anni. La rivoluzione scientifica pur rimanendo impermeabile a questo sapere, non è riuscita a distruggere le fondamenta del cibo e dell’agricoltura” (V.Shiva, Chi nutrirà il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio, 2015).
Si battono per progetti di miglioramento o difesa del territorio come Berta Càceras, uccisa in Honduras nel 2016, perché si opponeva alla diga sul Rio Blanco, o in India con progetti di reintroduzione del miglio che ha migliorato la salute dei bambini e il reddito. Molte Ong si sono accorte dell’importanza di sostenere tanti piccoli progetti di donne. La direzione è quella di non prendere come riferimento la crescita del Pil, ma di un reale benessere, misurato su altri parametri; è quello di vedere oltre il rapporto aumento demografico e consumo delle risorse, un lavoro immenso, che parte dallo scalzare i valori dominanti, che anche la sinistra fatica a mettere in discussione. Un libro prezioso nel mettere a fuoco la complessità che stiamo vivendo, e le problematiche ambientali ed energetiche che si fanno ancora più acute con la crisi in atto e l’ingegnerizzazione di virus e dna; per una cultura dell’umano e del limite, “un tetto all’uso dell’energia”, già diceva Ivan Illich, e di cui le pratiche di molte donne nel mondo danno prova, verso scelte diverse, che dovranno essere veloci e condivise. Di questo dobbiamo prendere coscienza e farci portatrici.
Entrare nell’Antropocene è anche uscire dall’antropocentrismo, e dalla forma che ha assunto nella società occidentale, recentemente un convegno parlava di Maschiocene, un’analisi e una direzione verso il cambiamento del soggetto che ha prodotto le attuali condizioni del pianeta.
1 gennaio 2022
Rita Bonfiglio