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Milano
In un recente dialogo/intervista tra la vicedirettrice de il Manifesto, Chiara Cruciati, e lo storico italiano Enzo Traverso, docente alla Cornell University di Ithaca (NY), quest’ultimo si è espresso in questi termini a proposito della formula “laboratorio”: Non sono capace di distinguere tra il “laboratorio Israele” e il “laboratorio Palestina”. Secondo me sono esattamente lo stesso laboratorio che ci interroga e ci costringe a riflettere sul destino di Israele e della Palestina, sul futuro del Medio Oriente. Un futuro che si gioca nella definizione di un orizzonte globale del XXI secolo. (…) Il laboratorio Israele è dunque un modello di futuro mondo globale come mondo colonizzato, fatto di segregazione e apartheid, di gerarchia dei diritti. La posta in gioco in Israele ha una portata che va ben al di là del Medio Oriente.
L’incontro con Marina Calculli e Maria Nadotti verterà su questa “posta in gioco”, sulla scomparsa di fatto del diritto internazionale e sul riassetto di un ordine globale che le politiche dell’amministrazione Trump stanno velocemente ridefinendo: tutto questo alla luce del genocidio in atto nella Palestina occupata.
Marina Calculli è docente di Relazioni internazionali all’Università di Leiden (Olanda). E’ autrice di diverse pubblicazioni in lingua inglese. In italiano ha pubblicato Terrore Sovrano. Stato e Jihad nell’era post-liberale (con Francesco Strazzari; il Mulino 2017) e Come uno Stato. Hizbullah e la mimesi strategica (Vita&Pensiero 2018).
Maria Nadotti è giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice. Tra le sue molte pubblicazioni ricordiamo Necrologhi. Pamphlet sull’arte di consumare (il Saggiatore 2015) e Sesso & genere (Mimesis 2022). E’ anche autrice di cortometraggi documentari, tra i quali Sotto tregua Gaza (2009).