di Valeria Fieramonte
(Enciclopedia delle donne, 2021)
Valeria Fieramonte, giornalista, amica e scrittrice, nel centenario della nascita, ripercorre in modo coinvolgente la vita, le opere, la ‘via’ di Laura Conti, e ne esce un ritratto, un rapporto esistenziale- politico, nel senso più puro, quasi sconvolgente, nell’impegno e intelligenza profondi di cui testimonia, e di cui la società sembra quasi dimentica.
Laura nasce nel 1921 a Udine, quando già il biennio rosso soffoca nello squadrismo e Virgilio e Elena, i genitori, coppia non sposata, socialisti, non allineati, vessati, si dovranno trasferire da Trieste a Verona, poi a Milano, città che Laura, pur nostalgica del mare e delle pietre rosa dell’Arena al tramonto, amerà molto.
Qui si svolge la sua formazione medica e qui la città sarà teatro della sua pericolosa attività clandestina, convincere alla diserzione e alla lotta partigiana, fino all’arresto, ai mesi di prigionia al campo di Bolzano, da cui riesce a inviare, febbraio 1945, un articolo di denuncia a Lelio Basso, uno dei pochi diffusi a rivelare l’orrore nazista dei lager. Si salva grazie alla rete di sostegno del comitato clandestino esterno, e anche per l’amore altrettanto clandestino interno con Armando Sacchetta. Di tutto questo darà testimonianza nel romanzo “La condizione sperimentale” del 1965 : ”…che la vita degli uomini venga decisa da un comitato clandestino e gli internati prendano da sé le decisioni che riguardano la loro vita, questo è l’importante…quest’ardua ragionevolezza, questa lucida astrazione, questo orgoglioso miracolo di ricostruirci, dal nulla in cui ci avevano precipitati, gettando nella coscienza dell’uomo la sua propria fondazione, è la nostra impresa, è l’eredità che lasceremo a chi verrà dopo di noi. Affilo la matita e scrivo in caratteri accurati, su una cartina di sigarette, il nostro
testamento: il pane non è pane.”
Laura, nella dolcezza dei modi e nell’affilata ironia, farà di questa coscienza, appresa a rischio della vita, la ‘via’ della sua esistenza, in tutti i campi che esplora, che sia la medicina del lavoro, l’azione politica sempre critica e libera come consigliera provinciale e poi regionale del Partito comunista a Milano, deputata nel 1987, la sua opera di scrittrice militante, le ricerche sul clima e le battaglie per
l’ambiente, per il dramma di Seveso ad esempio da cui scaturì il libro Una lepre con la faccia di bambina, 1978, e nel 1982 la Direttiva Seveso approvata dall’UE per il regolamento degli impianti potenzialmente pericolosi.
Ancora più intenso si era fatto il suo agire dopo la rottura con Basso e la scelta del “destino di solitudine di qualunque donna voglia davvero correre libera nei territori del pensiero”.
Attraversa gli anni del cambiamento, la rivoluzione sessuale e dell’educazione, il femminismo, entrando nel dibattito collettivo, sempre fuori degli schemi, segretaria della Casa della cultura, fino all’impegno ecologista che diventa centrale nella sua vita, nell’indagare “..quell’incendio devastante che abbiamo appiccato al mondo”(La fotosintesi e la sua storia,1991).
Esprimendo su questi temi “una autentica genialità di riflessione” scrive l’autrice “oggi persino più attuale di allora”.
“Laura… una grandissima eretica”, la ricorda chi l’ha conosciuta o ascoltata, letta nei suoi molti scritti, articoli, saggi scientifici e di divulgazione, romanzi.
Una via d’intelligenza e passione, tra scienza e umanesimo, in una coscienza sveglia, attiva sul presente, lungimirante nell’orizzonte aperto al cambiamento per le nuove generazioni. Ritrovare con l’autrice il suo itinerario é già un passo in questa direzione.
16 novembre 2021
Rita Bonfiglio