di Bruna Orlandi.
Dopo gli eventi al Campidoglio degli Stati Uniti, che è stato preso d’assalto dagli squadristi di Trump mentre le forze di sicurezza permettevano loro di violare l’aula del Senato e bloccarne la seduta, ci chiediamo che cosa faranno questi uomini una volta tornati a casa.
Che cosa faranno questi maschi bianchi – i cui linguaggi sono violenza e abuso e che reagiscono con tracotanza alla sconfitta – nelle città, quartieri, posti di lavoro, scuole e università dove esistono e vivono donne che subiscono ogni giorno le loro aggressioni sessiste e violente?
Il cambiamento culturale e politico che ha visto le grandi manifestazioni del movimento femminista, dei Black Lives Matter contro il razzismo, dei movimenti ambientalisti contro la crisi climatica, induce a reazioni violente coloro che stanno affogando dentro la politica d’odio che Trump ha portato avanti.
Quella stessa violenza si riverbera nelle case, rivolta a mogli, figlie e figli, a vicine di casa e a chiunque sia considerata/o diversa/o da loro.
Mentre la destra cerca ancora di instillare dubbi sulla legittimità della sconfitta di Trump, si profila la necessità di una resistenza di massa per permettere ai movimenti femministi, antirazzisti e ambientalisti di opporsi alle derive reazionarie.
La polizia, coi suoi sindacati schierati dalla parte di Donald Trump, sarà un fattore decisivo in ogni strategia reazionaria volta a conservare il potere, soprattutto se si considera che è sempre più apertamente coordinata con milizie private di estrema destra.
La sconfitta di Trump ha una portata globale e potrebbe diventare l’inizio di un nuovo orizzonte di liberazione.