Una mostra in corso questa estate ci dà l’occasione per parlare di disegnatrici di fumetti, illustratrici e autrici di “bande dessinée”.
L’esposizione dall’ironico titolo Le ragazze non sanno disegnare, è visitabile gratuitamente al MO.CA — Centro per le Nuove Culture di Brescia, dal 23 giugno al 24 settembre 2023.

fumettiLa storia delle disegnatrici e autrici di fumetti in Italia parte da lontano, da Lina Buffolente, classe 1924 e disegnatrice dal 1941, e arriva alle celeberrime sorelle Angela e Luciana Giussani, per passare poi alla generazione dell’amatissima Grazia Nidasio, della quale è stato ripubblicato integralmente “Valentina Melaverde” (1969/70/71), e dell’impegnata Anna Brandoli con “La strega”.
Queste ultime mi hanno emozionata e affascinata fin da bambina e accompagnata da adolescente facendo crescere la mia immaginazione sulle pagine del “Corrierino”, su “Linus” o “AlterAlter”.
Come non ricordare, poi, che la rivista Linus ha visto la sua nascita nel 1965 nella libreria di Anna Maria Gandini e Laura Lepetit, in via Verdi a Milano.

Alcune sono diventate anche editrici, come Laura Scarpa (fondatrice della scuola di fumetto/casa editrice ComicOut e della rivista ANIMAls); altre sono fra le più note e facili da trovare sugli scaffali delle librerie, come Silvia Ziche con le sue spiazzanti personagge “Alice e Lucrezia a quel paese” e Vanni Vinci con “La bambina filosofica”.
Molte autrici scelgono intriganti nomi d’arte come Anarkikka (Lucia Spanó), ElleKappa (Laura Pellegrini), Vorticerosa (Rosa Puglisi), Fumettibrutti (Josephine Yole Signorelli) o la giovanissima Zuzu (Giulia Spagnuolo).

Le ragazze della mostra al MO.CA raccontano di sé in modo autobiografico, ma anche di altre storie di donne più o meno famose.
Ma il fumetto permette di spaziare e allargare orizzonti immaginativi, come fa Francesca Ghermandi che è tornata dopo molti anni a pubblicare per Eris Edizioni “I misteri dell’Oceano Intergalattico”: un racconto di un viaggio surreale e avventuroso che può mettere i brividi e, allo stesso tempo, far ridere, con un personalissimo stile di disegno che ha fatto scuola.

I tratti e le tecniche grafiche che troverete esposti al MO.CA sono le più diverse, dai cupi “acquarelli vittoriani” di “Ada” di Barbara Baldi (che ammirerei per ore), a quelli più solari di “Gianna” di Arianna Melone, che è la quarta fumettista italiana a vincere il francese Prix Artemisia dopo Lorena Canottiere (2018), Barbara Baldi (2020) e Rachele Aragno (2021).
Troverete i tratti nitidi e decisi di Bianca Bagnarelli e quelli “fauves” di Zuzu, quelli grotteschi e iperbolici di Martina Sarritzu, o forti ed essenziali di Rita Petruccioli in “Violenza ostetrica”.
Di tutte non si può dire, lascio a voi la scoperta.

Venti autrici non sono esaustive del panorama italiano delle fumettiste, che è molto più vasto.
Anche perché come mezzo di comunicazione il fumetto può essere positivamente contaminato e associato agli albi illustrati, che contengono pochissime parole di testo o nessuna, e ai “graphic novel”, genere a cavallo fra la narrativa, il giornalismo (inizialmente giornali di viaggio) e il fumetto.

L’arte del fumetto offre a chi legge la possibilità di soffermarsi su una immagine, anzi di fermare il racconto su una illustrazione che colpisce, il disegno di un viso che restituisce magistralmente l’emozione di uno sguardo, lo scorcio di un paesaggio o di una stanza che stupiscono, cosa che non si fa con un film, dove tutto scorre alla velocità desiderata dalla regia.
E neppure si può fare leggendo un romanzo, dove siamo noi a ricostruire nell’immaginazione le figure dei personaggi e i luoghi, e dove ci si concentra più sul divenire e sulle aspettative dello svolgimento del racconto e sui contenuti.
Il passo lento, o meglio lo sguardo lento e autodeterminato nei tempi di chi legge, rimanda alla stessa curiosità che si manifesta davanti ad un quadro ma con in più la possibilità di sentirsi raccontare attorno una storia. Cosa che l’arte pittorica solo in certi casi ci consente. Per esempio nei cicli di affreschi o nella deliziosa “bande dessiné” che è l’arazzo di Bayeux.

Alcune delle autrici non presenti nella mostra sono invece presenti con le loro recenti pubblicazioni nella Bibliomediateca della Casa delle Donne.
Della casa editrice BeccoGiallo, segnalo Bruna Martini con “Patria. Crescere in tempo di guerra”, che ha ricevuto premi e encomi anche per il suo contenuto antifascista; di Asterisco, l’autrice Daria Gatti con “Nantucket : una storia ispirata alle vite di Carson McCullers, Tennessee Williams e Annemarie Schwarzenbach”; per Bao publishing “La cura del dubbio” di Elisabetta Romagnoli – racconto distopico di un paese dove il dubbio è stato messo fuori legge e chi dubita pubblicamente è considerato terrorista – e le storie di accettazione di sé, a tematica queer di Flavia Biondi “Le maldicenze”. Pat Carra è presente con “Sex of humor” per Fandango libri, ed i suoi precedenti.

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Siamo in attesa di avere tra di noi presto, in un evento alla Casa delle Donne di Milano, l’autrice e disegnatrice Marta Bandirini che esordisce con suo “Big Splash” per la collana Rami dell’editore BeccoGiallo.
“Big Splash” è una storia coinvolgente in cui si intrecciano i temi dell’amicizia femminile, dei riti di passaggio e delle domande dei trent’anni. Due amiche, Ada e Isa, si interrogano su sé stesse e sul loro rapporto messo alla prova dalla scelta o meno di diventare madri, vissuta in maniera diversa dalle due e che sembra inizialmente scavare un’incolmabile distanza tra loro. Sarà attraverso un dialogo a volte sofferto ma sincero, che le due riusciranno a ritrovarsi.

Mi sono limitata ad una rassegna, necessariamente parziale, delle illustratrici italiane.
Ho tralasciato di accennare alle disegnatrici del resto del mondo consapevole della meravigliosa quantità di donne presenti in questo campo, anche se raramente famose da noi tranne rare eccezioni. Ma ne riparleremo.

Se ci aspettiamo che il disegno delle donne sia connotato dagli stereotipi che si attribuiscono forzatamente al genere femminile come sensibile, delicato, preciso e se ci capiterà di infastidirci per i disegni irriverenti espliciti e realistici, o al contrario surreali, allucinati o mostruosi, beh allora vuol dire che abbiamo ancora di che riflettere.

Rossana Molinari

Ps. Segnaliamo anche il decimo anniversario della rassegna “Bande de femmes”, festival del fumetto e dell’illustrazione delle donne organizzato dalla libreria Tuba Bazar, celebrato con l’evento “Notte Bianca a colori”: 13 artiste con altrettante mostre gratuite in luoghi diversi del quartiere Pigneto a Roma.