di Maria Nadotti.

L’11 ottobre 2013, nelle acque territoriali di Malta, avviene quello che i media di tutto il mondo chiameranno il “naufragio dei bambini”. Vi trovano la morte 268 persone, di cui 103 bambini.

La nave più vicina al luogo in cui si sta consumando la catastrofe batte bandiera italiana e appartiene alla Marina militare italiana. Potrebbe salvare i migranti, ma da Via della Storta 701 a Roma il Comando in capo della squadra navale (Cincnav), ordina a nave Libra di togliersi di mezzo. Proprio così: deve nascondersi per non farsi vedere dalle motovedette maltesi e non essere dunque implicata nelle operazioni di salvataggio.

Convinte che siano le vite a contare e non i confini, abbiamo invitato nella nostra Casa Alessandra Ballerini, l’avvocata civilista esperta di diritti umani e immigrazione che insieme a un giovane collega si è assunta, per conto di tre padri siriani superstiti, il compito di portare davanti ai giudici i responsabili della sciagura.

Da anni a fianco dei genitori di Giulio Regeni nel processo che li vede combattere contro il muro di gomma delle responsabilità, Alessandra Ballerini incarna una passione di verità che nel nostro paese sembra sempre più fuori corso.

Ecco perché le abbiamo chiesto di raccontarci come esercita il suo mestiere, quali sono le motivazioni che la spingono ad assumere cause all’apparenza impossibili, cosa le dà la saldezza necessaria a continuare a credere nella giustizia. Che oggi, per praticare in modo non stordito e non neutrale l’attività di avvocato, si debbano fare proprie le parole di Samuel Beckett: “Bisogna continuare, non posso continuare, bisogna continuare, e allora continuerò, bisogna dire delle parole, sin che ce ne sono, bisogna dirle”?

L’incontro sarà condotto da Floriana Lipparini e Maria Nadotti

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