di Gigliola Foschi.
Si tratta di opere che donano nuova, intensa vita alla memoria del passato. In 20.12.53-10.08.04 (date di nascita e di morte dell’amata madre) lei non si limita, ad esempio, a ricercare il volto e la storia della madre nelle vecchie foto degli album di famiglia: in quelle foto ritrovate, infatti, lei si fa presente con discrezione, introducendo in modo quasi mimetico la sua stessa immagine.
Come scrive Roberta Valtorta: “l’artista intende essere partecipe di ogni età della madre. Non saranno mai più assieme, ma lo saranno per sempre nella dimensione virtuale, ma ben visibile, delle immagini fotografiche”. Così, grazie ad un uso ragionato e minimale del photoshop, vediamo Moira Ricci mentre osserva intensa e premurosa la madre, quasi per proteggerla come un angelo custode anno dopo anno, varcando lo specchio apparentemente insuperabile tra immaginario e reale, tra passato e presente.
In un mondo basato sull’indifferenza, l’aridità di sentimenti e la povertà di memoria, le sue ricerche si rivelano una testimonianza di come la fotografia o il video possano, come per incanto, far rivivere il tempo passato o assumere un aspetto quasi magico, a volte giocoso, fino a ricreare un universo famigliare in cui ci si continua ad amare, ci si ricorda con affetto e delicatezza, dove le persone vive e quelle scomparse possono sempre ritrovarsi le una accanto alle altre, assieme ai loro ricordi.
Giovedì 24 ottobre 2024, ore 18:15, nello Spazio da Vivere della Casa delle Donne di Milano, incontro con Moira Ricci in dialogo con Roberta Valtorta, storica e critica della fotografia. Coordina Gigliola Foschi.
*Moira Ricci (Orbetello-GR, 19 aprile 1977) ha studiato presso il cfp Bauer di Milano, conseguendo nel 1998 il diploma in fotografia. Ha poi proseguito gli studi nelle discipline Arti multimediali e Comunicazione visiva presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, diplomandosi nel 2004. L’artista vive e lavora fra Milano e Grosseto.
Nella sua opera, spesso di ispirazione autobiografica, Moira Ricci esplora i temi dell’identità personale e sociale, nonché i miti della quotidianità. Lavora moltissimo sulla memoria e sulla manipolazione di un immaginario personale che si intreccia a storie, leggende e ricordi ambientati soprattutto nei territori della Maremma. La sua ricerca artistica indaga i temi dell’identità individuale e sociale, della storia familiare, della casa e del legame originario con il territorio, intrecciando invenzione tecnologica a riscoperta dell’immagine di appartenenza popolare.
Tra le mostre personali: ANDATA E RITORNO, “Start-art, memoria in movimento”, progetto ideato da Associazione culturale “On Image” e coordinato da CRESM, Gibellina-TP, 2019; CAPITALE TERRENO, Spazio Oberdan, Milano, 2015; DOVE IL CIELO È PIÙ VICINO, a cura di Emanuela De Cecco, Associazione Culturale dello Scompiglio di Vorno, LU, 2014; DA BUIO A BUIO, a cura di Andrea Lissoni / XING, Padiglione D’arte Contemporanea, Ferrara, 2009.
Tra le mostre collettive: ALTRI TEMPI, ALTRI MITI, 16a Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2016; REALTÀ MANIPOLATE. COME LE IMMAGINI RIDEFINISCONO IL MONDO, a cura di M. Marangoni, F. Nori, B. Rogers, L. Sabau, Strozzina-P. Strozzi, Firenze, 2009; HORS PISTES, Centre Pompidou, Parigi (Francia), 2009; LOCATION1 PROJECT’S ROOM, a cura di Nathalie Angles, Location1’s Gallery, New York (NY), 2008.