Giovedì 18 febbraio 2021, ore 18: per ricordare Agitu Ideo Gudeta, uccisa dalla violenza di un uomo il 29 dicembre 2020, evochiamo il mondo delle pastore, un universo femminile al quale Agitu apparteneva per scelta e vocazione. Con Anna Kauber, paesaggista e regista del docufilm In questo mondo, Greta Semplici, ricercatrice, Mariantonietta Scalera e Beatrice Zott, pastore. Coordina Isabella Balena, fotografa e autrice di un servizio su Agitu.
La storia di Agitu è straordinaria. Attivista contro l’accaparramento delle terre, fugge dall’Etiopia per evitare l’arresto. Si rifugia in Trentino, dove aveva studiato e si era laureata in sociologia. In pochi anni, il ricordo della nonna pastora di capre la porta a diventare lei stessa pastora e allevatrice. Impara in Francia a fare formaggi, dimostra capacità imprenditoriali non comuni, una grande e coerente attenzione per la sostenibilità dei suoi progetti, il benessere degli animali al pascolo.
Sui social appaiono le foto di tante pastore che aderiscono a una campagna di solidarietà. Nasce una bella proposta: chiedere che il 29 dicembre sia proclamata la Giornata internazionale delle Pastore. La lancia Mariantonietta Scalera, giovane pastora delle Murge. Vogliamo aiutarla in questo ambizioso progetto e l’abbiamo invitata insieme a Beatrice Zott, pastora trentina, amica di Agitu e delle sue capre felici.
Seguiamo questo filo e ritroviamo il bellissimo In questo mondo di Anna Kauber. Miglior documentario italiano al 26° Torino Film Festival e all’ExtraDocFestival 2019, premiato al 67° Trento Film Festival, altri premi e menzioni internazionali. Siamo onorate di avere Anna Kauber con noi e speriamo di poter presto vedere in presenza il suo film alla Casa delle Donne.
Il lavoro nasce dalla ricerca che Anna realizza percorrendo l’Italia, da sola, per 17.000 chilometri nelle aree interne, filmando e intervistando 100 pastore. Donne di tutte le età, forti, appassionate, intelligenti e ribelli, che hanno voluto cimentarsi in un mestiere tradizionalmente pensato al maschile e legato a un mondo patriarcale. Vive con loro, le segue durante le dure giornate di lavoro, costruisce relazioni di amicizia e condivisione.
Le riprende tutte, compresa Agitu, ma solo alcune, emblematiche e indimenticabili, sono presenti nel film. Ritroviamo anche la pratica della transumanza, antica tradizione nomade. Non c’è nostalgia per un mondo arcaico, anzi, capiamo come la scelta delle pastore sia esemplare per una visione ambientalista ed ecofemminista, spunto di riflessione da cogliere in un’epoca in cui salvare il Pianeta richiede un decisivo cambio di paradigma.
La cura non è un destino, ma ha una specificità femminile che nel mondo della pastorizia si distingue per la relazione empatica, quasi simbiotica, con gli animali, con l’ambiente naturale e il territorio montano. Le pastore sono consapevoli di contribuire a preservare un patrimonio unico di biodiversità, di paesaggi e di saperi millenari che dimostrano una straordinaria attualità, mentre puntano giustamente al loro stesso benessere. Questa consapevolezza e la libertà che le solitarie Terre Alte concedono a chi le sceglie, spiegano una fatica e un impegno così gravosi. L’arte della pastorizia è una forma di amore che le accompagna tutta la vita, fino a un’età avanzata.
Teniamo il filo con Greta Semplici, giovane ricercatrice con un dottorato svolto in Kenya fra i pastori Turkana e una tesi tutta al femminile per permettere di immaginare le donne impegnate in questo lavoro. Diversamente, affiorerebbe solo l’immagine di un uomo sotto l’acacia mentre guarda zebù, capre o cammelli. In Africa, l’impatto di politiche come la sedentarizzazione, la conversione agricola, la decimazione del bestiame autoctono con l’introduzione di nuove specie per trasformare la pastorizia estensiva, vista come arretrata e non abbastanza produttiva, sta avendo conseguenze devastanti sull’ambiente. Aumenta la desertificazione e la degradazione delle terre, i pascoli sono abbandonati, subentrano nuovi modelli culturali di riferimento. Greta ci guida in questo sguardo internazionale e ci porta l’entusiasmo della scoperta della pastorizia da parte di tante e tanti giovani.
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